Roma 2: tasse, zona franca, ricostruzione
L’Aquila – Il consiglio comunale si è regolarmente riunito presso il Senato. Presenti sono numerosi sindaci del cratere sismico, il presidente della Provincia Del Corvo, l’on. Lolli, Franco Marini, l’on. Lusi e il sen.Mascitelli: L’Aquila chiede a gran voce la proroga della sospensione delle tasse, la zona franca vera (e non una zona a burocrazia zero, come qualcuno ha proposto), ma soprattutto una tassa di scopo, come il sindaco Cialente e il presidente del consiglio comunale Benedetti hanno più volte ricordato e ribadito. Il PD è per una legge speciale per L’Aquila, proposta fortemente sostenuta e ripetuta dal vice presidente del consiglio provinciale, Stefania Pezzopane.
Variegato e spumeggiante il panorama di slogan e cartelli che i tanti presenti inalberano. All’ironia si unisce la disperazione, ma sempre con dignità. Qualcuno comincia anche ad accennare a qualche forma di possibile reazione: un cartello dice che la città è ancora sonnolenta, sofferente, ma potrebbe risvegliarsi e incazzarsi. Il riferimento a quanto avvenne per il capoluogo di regione nel 1970 non è esplicito, ma neppure è difficile indovinarlo nelle intenzioni, per ora solo ammonitrici. Alcuni slogan e simboli alludono alla ricostruzione e alla cricca, come del resto ce ne sono in centro già da tempo affissi alle reti di recinzione dei palazzi di corso Vittorio Emanuele. Per il sindaco Cialente, il governo dà l’impressione di non stare più a fianco della città, ma “dietro i terremotati”.
Immancabile il riferimento alla ricostruzione che per il sindaco “è bloccata”. Come ha detto in televisione nei recenti collegamenti con varie trasmissioni, Cialente pensa: “Se non vogliono ricostruire, debbono dirlo mettendoci la faccia”. Qualcuno gli fa notare che la ricostruzione, come ricorda Bertolaso, spetta agli enti locali. E il sindaco ribatte: “Sì’, ma occorrono risorse, occorre un flusso costante e regolare di risorse sulle quali si possa contare, sapendo che ci sono tanti soldi all’anno, altrimenti come si ricostruisce?”. Cialente parla con i giornalisti portando un paragone inedito: “Siamo come condannati nel braccio della morte, avete visto nei film americani, no? Ogni tanto un rinvio, e il tempo passa, non si muove niente. Ma almeno lì c’è una corte federale che alla fine decide qualcosa…”.
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