“Caro presidente Napolitano…”


L’Aquila – Gianfranco Di Benedetto ha inviato al presidente Giorgio Napolitano la seguente e.mail: “Pregiatissimo Sig. Presidente, On. Dott. Giorgio Napolitano, all’indomani dell’imponente manifestazione del 16 giugno scorso, svoltasi all’Aquila, mi corre l’obbligo fare alcune riflessioni di carattere generale e sottoporLe alla sua cortese attenzione.
Il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito duramente le nostra città con l’intero comprensorio è stato un evento che, a mio parere, è stato erroneamente catalogato politicamente.
E’ stato fatto molto, anche se a tutt’oggi risulta ancora moltissimo da fare.
Sembra che tutto ciò che è stato fatto sia merito di una parte politica e tutto ciò che non è stato fatto lo è per demerito di un’altra parte politica. Perché mai tutto ciò che accade deve essere sempre e comunque riportato nell’ambito politico?
Un evento naturale che ha provocato lutti e disastri non può essere di centro destra o di centrosinistra, bensì il problema di un’intera Nazione.
Nei programmi televisivi, come per quelli radiofonici e dalla lettura di giornali, appare da subito impossibile per un povero sventurato capire da che parte si trovi la verità. Si assiste, per chi ancora pensa di potersi documentare e seguire le vicende del nostro paese, a confronti anche poco ortodossi dove l’uno smentisce l’altro.
Considerato poi che la stampa di casa nostra è dopata e, considerato che ormai non c’è più spazio per le ideologie ci possiamo rendere conto del caos che regna intorno alla vita politica italiana. Possiamo quindi, non avendo elementi di giudizio reali, dare credito ai nostri amministratori solo perché ci sono simpatici o screditarli solo perché ci sono antipatici?
Il giornalismo è la professione di chi, operando nel mondo dell’editoria, è specializzato nella raccolta, nell’elaborazione e nella trasmissione di notizie.
Il rapporto con il pubblico è fondamentale: una notizia viene scritta affinché possa essere resa nota. Logicamente il giornalista fazioso non è portatore dell’interesse generale della collettività a ricevere un’informazione obiettiva, perché tutela interessi di parte e non può avere un rapporto con la collettività indiscriminata, perché non è credibile.
Nel nostro caso, volendo entrare nello specifico, finalmente, dopo quattordici mesi in cui tutti gli aquilani siamo stati letteralmente narcotizzati da chi intende il lavoro del giornalista come un lavoro fazioso al soldo dell’editore che giustamente lo paga, ci siamo SVEGLIATI. Tuttavia, però, siamo ancora tutti presi da un leggero torpore conseguente.
Finalmente tutti insieme appassionatamente, cittadini di ogni estrazione sociale e politica seguiti a rimorchio, anche se erano in testa al corteo, dai nostri rappresentanti politici.
C’ è stata una manifestazione, né di destra, né di sinistra, organizzata dai comitati cittadini che la stampa nazionale ha volutamente omesso di raccontare.
L’attore Roberto Benigni dopo una visita alla martoriata città dell’Aquila, incontrò i cittadini alla caserma della Guardia di Finanza di Coppito e ci suggerì di farci sentire, ad urlare il più possibile la nostra rabbia qualora le nostre esigenze non sarebbero state tenute nella giusta considerazione. Basterà?????
Abbiamo il diritto di provarci e ci proveremo.
Nello stesso tempo, dalla lettura della Costituzione della Repubblica Italiana si rileva che l’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Signore Presidente, Le chiedo allora, Lei che è il garante della nostra Costituzione, perché mai noi cittadini aquilani dovremmo essere discriminati rispetto agli altri cittadini italiani che hanno avuto la stessa nostra sventura di conoscere gli effetti devastanti del terremoto, anche se (ahimè) il nostro terremoto ha fatto tanti più danni che altrove ed è stato il più devastante che si ricordi a memoria d’uomo?
Poiché la class action è il modo migliore con cui i cittadini possono essere tutelati e risarciti dai torti in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrà essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell’identica situazione dell’attore, potremmo forse intraprendere un’azione collettiva nei confronti dello Stato Italiano per il non rispetto di quanto previsto dal su citato articolo della Costituzione?
RingraziandoLa per l’attenzione sin qui prestata e scusandomi per averLe sottratto parte del suo preziosissimo tempo
Con deferenza, distintamente La saluto”.


23 Giugno 2010

Categoria : Dai Lettori
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