Maturità , aspettavano Pascoli, invece…
L’Aquila – Aspettavano qualcosa sul poeta Pascoli, tantissimi dei 12.280 studenti abruzzesi che hanno affrontato oggi – come i loro colleghi di tutta Italia – la maturità . Forse troppo creduli rispetto alle solite indiscrezioni (che sono sempre bufale) e alle anticipazioni su Internet, sono arrivati tra i banchi convinti di doversi misurare con il delicato e misterioso poeta della “cavallina”, ma le cose sono andate diversamente. E per prima cosa, via telefonini e altri congegni: tutti soli davanti al foglio bianco, con a disposizione soltanto le cose apprese (o appena leggiucchiate) e la propria maturità personale, con tanto di capacità critica e rigore logico. Si fa per dire. Ma insomma, comunque è andata e stando alle interviste ascoltate (togliendo di mezzo il 90%, di una banalità sconcertante) i giovani non se la sono presa molto. Molto bazzicato l’argomento relativo alla felicità , molto meno quello con cenni alla possibilità di non essere soli nell’Universo: un argomento davvero suggestivo, ma che forse avrebbe richiesto dei saperi scientifici (ridotti all’osso) che la maggior parte dei ragazzi non possiede. Uscendo dalla fantascienza a buon mercato, ce ne sarebbero state di cose da scrivere… Ma tant’è, meglio restare nell’astrazione assoluta dedicandosi alla felicità . Particolare, indimenticabile, la prova per i ragazzi aquilani reduci dall’esperienza del terremoto (vecchia di 15 mesi e per molti “vecchia”), che viene riproposta ogni giorno a tutti dalle condizioni disastrose della città e dalle difficoltà di vivere i loro rapporti normali , forte per i più giovani.
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