Lettera aperta genitori scuola primaria “S.Fancesco”
L’Aquila- I genitori della scuola primaria “S. Francesco” denunciano la mancata formazione della classe 1^. “L’edificio scolastico, ubicato nel cuore del quartiere S. Francesco, è una struttura solida, sicura, luminosa, a dimensione umana, l’unica scuola primaria che ha resistito alla terribile scossa del 6 aprile, tanto da accogliere per tutta l’estate gli uffici del Comune e l’insediamento dei Vigili del Fuoco.
Oltre ad essere una scuola dell’edificio “tosto” che ha retto al terremoto è una comunità scolastica “tosta” dove gli alunni vengono accolti con calore, disponibilità, cura didattica ed umana.
Gli ampi spazi interni ed esterni che la costituiscono hanno permesso per anni attività educativo-didattiche di ogni tipo: teatrali, musicali, operativo-manuali, sempre svolte in un clima stimolante, produttivo ma familiare. La scuola è stata sempre caratterizzata da una grande apertura a tutti i bambini che hanno avuto l’opportunità di condividere tante esperienze, sempre con la finalità di potenziare le abilità di tutti, senza mortificare le “non abilità”.
Eppure, questa scuola, la bella scuola primaria di “S. Francesco” dal clima sereno ed operoso, a settembre non sarà allietata dalla presenza dei bambini della classe 1^. Così come non sarà supportata dalla matura creatività e competenza dei ragazzi della classe 5^, perché, non si sa per quale triste destino o per quale preciso obiettivo, anche nell’anno scolastico 2006-2007 nella scuola non si formò la classe 1^.
Ora, noi genitori, amareggiati per quanto sta succedendo, ci chiediamo: possibile che non si sia trovato il modo di costituire un gruppo di alunni di classe 1^ in un territorio come quello del circolo didattico “A. de Gasperi” ormai centrale, ma allo stesso tempo dislocato in una zona della città immediatamente vicina ai nuovi agglomerati dei progetti C.A.S.E.. Possibile che non ci sia un modo per salvare questa scuola così valida e desiderosa di essere ancora al servizio di bambini e genitori aquilani, tanto bisognosi di avere certezze nel cuore della propria città?”
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