Terremoti, scosse senza sosta da maggio
L’Aquila – (di G.Col.) -Predicatori della tranquillità per professione preferiamo non sentirli, così come le cassandre che annunciano il peggio con regolari cadenze settimanali. Vorremmo, da cittadini terremotati, che magari qualcuno professionalmente qualificato e le istituzioni facessero sapere come la pensano. Sempre ammesso che qualcuno pensi, specialmente durante il campionato del mondo di calcio. La natura, invece, non fa ferie nè prende pause. E neppure scende in piazza a manifestare. Parliamo, nel nostro caso, e siamo anche da capire, supponiamo, della natura madre dei terremoti. Qualcosa non va per gli aquilani, i quali non hanno il tempo di “tirare il fiato” illudendosi che tutto stia tornando alla normalità , che avvertono la scossa. Un tarlo, un incubo che guasta sonni e riposi e stronca ogni buona volontà , ogni buon proposito.
L’ultima volta che la città ebbe paura fu a maggio, con un sussulto selvaggio magnitudine locale 2,9. Se i usasse ancora la scala Mercalli della nostra infanzia, si sarebbe detto: terremoto del 5° grado abbondante. Ora si usa la scala Richter e si ricorre da due magnitudini differenti: la locale e quella di momento, sigle ml e mw. La prima dà valori inferiori rispetto alla seconda e così si spiega (bisognerebbe dirlo anche ad alcuni giornalisti…) il valore riferito del sisma del 6 aprile 2009: magnitudine locale 5,8, magnitudine momento 6,2. Ovviamente i valori sono medi. In alcune zone dal sottosuolo di limo rosso, presenti sotto L’Aquila, l’accelerazione delle onde sismiche è stata fortissima e forse si è arrivati anche a 6,5, oaddirittura a 7. Ma furono situazioni molto localizzate e il valore va fornito medio.
Dalla scossa forte di maggio siamo passati a quelle meno forti di giugno: almeno 9 fino ad oggi, frequenza ogni due-tre giorni, magnitudine locale sempre superiore a 2, massimo 2,5 l’11 e il 14 maggio. Sensibili, fenomeni del genere, e quasi tutti li sentono, specie di notte e nel silenzio ambientale. Si sentono nitidamente anche nei MAP ad uno e due piani, più chiaramente a piano terra, dove il sussulto è inconfondibile.
La domanda è sempre quella, già formulata: nuove sequenze sismiche o sciame che continua? Gli esperti, come ti sbagli, non sono d’accordo ma soprattutto non sono chiari. Diciamo senza timore che non sanno cosa raccontarti. Potrebbe essere una sequenza, potrebbe essere lo sciame che continua. Per quanto? Anche due anni. Allora siamo a meno di un anno e mezzo, hai voglia a terremoti ancora.
La scienza, quindi, almeno quella onesta, dichiara: non lo sappiamo, non ne siamo certi, non si può dire. In occasione dell’ultima sequenza tra Ascoli e Macerata, il prof. Boschi disse: “In questa zona negli ultimi vent’anni si sono avute almeno tre o quattro sequenze simili, tipiche dellìAppennino centrale. Nessuna ha dato luogo ad eventi gravi”.
Come dire che si brancola nel buio, qualcuno tocca anche ferro. Però dal 1 giugno ad oggi, tante scosse, frequenza sicuramente intensificata rispetto a maggio, quando, però, ce ne fu una forte di 2,9. Gente, state accorti: comportatevi usando il principio che la prudenza non è mai troppa, non ascoltate maghi e chiacchieroni e soprattutto quelli che vi raccontano che “gliel’hanno detto, ne arriva un altro”. Nessuno lo può dire, come nessuno può escluderlo. +1 e -1 cosa fanno? Zero.
(Nell’immagine la mappa delle terribili sequenze di epicentri nell’area aquilana nell’aprile 2009, fino al 21. Il grappolo scuro rappresenta i singoli epicentri, la linea rossa che attraversa il grappolo è l’autostrada, quindi l’area urbana dell’Aquila si trova esattamente in coincidenza con l’arteria)
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