L’opinione – Dichiarazioni e distinguo
(di Carlo Di Stanislao) – Fabio De Santis e Angelo Balducci restano in cella. E’ quanto stabilito dal Tribunale del Riesame di Firenze, respingendo l’istanza di scarcerazione avanzata dalle difese dei due imputati del processo per l’appalto della scuola dei Marescialli, filone fiorentino dell’inchiesta sui grandi eventi. Sempre oggi, dal “Corriere”, apprendiamo quanto ricostruito dai pubblici ministeri di Perugia circa il passaggio dei soldi versati da Diego Anemone, imprenditore privilegiato nell’assegnazione dei lavori per i “Grandi Eventi”: oltre un milione di euro elargiti movimentando i conti intestati alla sua segretaria, con una decina di operazioni sospette, a fronte di sette appalti ottenuti, soltanto nel 2008. Ancora oggi, sia “Il Giornale” che “La Repubblica” (in una rara situazione di “par condicio”), dicono che Guido Bertolaso ha riferito ai Pm di Perugia, che l’appartamento presso il Vaticano, di cui pagava le utenze ma non l’affitto, gli era stato dato dal cardinale Crescenzio Sepe, ora arcivescovo di Napoli, fino a poco fa a capo della congregazione di Propaganda Fide. Sarebbe stato l’alto prelato ad indirizzare il capo della protezione civile, nel 2003, prima al collegio universitario e, in seguito, al professor Francesco Silvano (ex dirigente Stet, già direttore dell’ospedale Bambin Gesù, ora vicinissimo alla Santa Sede) l’uomo che, stando al verbale di Bertolaso, avrebbe messo a disposizione di Mister Emergenza la famosa casa di via Giulia. Che, però, per quanto agli atti dell’indagine, non risulta essere di Propaganda Fide. Agli inquirenti che indagano sulla cricca degli appalti, Bertolaso ha spiegato di avere contattato “personalmente” il cardinale Sepe, che conosceva da tempo. Nella primavera-estate del 2003 il sottosegretario aveva infatti chiesto e ottenuto, per vicende personali, di soggiornare presso il collegio universitario di Propaganda Fide, sempre a Roma. L’attività lavorativa del Capo del dipartimento della protezione civile – ha sostenuto lui stesso nella nota diffusa ieri sera subito dopo l’interrogatorio – si era però “mostrata incompatibile con il regime di vita degli studenti dell’ateneo a causa degli orari imposti dalla sua attività istituzionale”. Fu quindi il cardinale Sepe a indirizzare Bertolaso – secondo quanto avrebbe riferito lui stesso ai pubblici ministeri – al professor Silvano, che gli mise a disposizione l’appartamento di via Giulia. Ai pubblici ministeri di Perugia il sottosegretario ha consegnato anche alcune foto di un immobile nella zona di Positano, anche questo finito all’attenzione degli inquirenti. “Un rudere che apparteneva a mia madre” ha sottolineato Bertolaso ai magistrati. Bertolaso ha quindi spiegato di non essersi mai occupato di appalti ad eccezione di quelli relativi al G8 alla Maddalena e che quando si accorse che i costi per il vertice in Sardegna stavano lievitando, decise di sostituire Fabio De Santis con Gian Michele Calvi. Intanto, l’ex ministro Pietro Lunardi, in una intervista a Repubblica, nella quale parla dei sui rapporti con il costruttore Diego Anemone e l’ex alto funzionario del Lavori Pubblici, Calducci, afferma: “”L’ex ministro Scajola si e’ fatto comprare la casa da Anemone e questa e’ una cosa scorretta, per non dire altro. Bertolaso, poi, e’ maggiorenne e responsabile. Se si e’ fatto pagare l’affitto da quel costruttore ne paghera’ le conseguenze”. Stiamo assistendo al solito scaricabarile e rimpalo di responsabilità in una vicenda tanto dolorosa per l’Italia, che esecrabile per noi aquilani che non solo aspettiamo ancora i soldi veri, ma i pochi non versati li dobbiamo ridare, e tutti, meno di due anni dopo il terremoto. Ma, poiché la speranza è l’ultima a morire, forse anche per ciascuno di noi spunterà un qualche generoso costruttore che, senza nulla dirci, aggiusterà le nostre case o ci troverà alloggi più che decorosi, di cui si assumerà l’onere dell’affitto. Siaremo, a questo punto, disponibili a ripagare tasse ed utenze. E siccome, come scrive “Il Giornale” (che certo non è di sinistra), dal deposito degli atti di vari procedimenti penali (in parte andati a sentenza, in parte prescritti o archiviati), su irregolarità gravi nell’assegnazione degli appalti al ministero della Difesa fino al 2000, spuntano personaggi e società che oggi ritroviamo impantanati nel “sistema gelatinoso” di Balducci & co; messi a verbale cinque anni fa dal capo geometra del Genio, Franco Quilla, che di fronte a opere di manutenzione gonfiate, falsi negli ordinativi, ristrutturazioni taroccate, interventi pagati il quintuplo del dovuto, ai carabinieri ha spiattellato il “sistema gelatinoso” dell’Ufficio; possiamo anche sperare che un geometra con crisi di coscienza, riveli la gelatina caduta su questa nostra Città, sempre più isolata, arrabbiata e priva di futuro. In una dichiarazione del 9 scorso, il Cavaliere aveva detto: “”Non ho partecipato a nessun appalto e non ho raccomandato nessuno ma posso assicurare che nei 390 contratti non c’e’ stata nessuna cricca”. Beh, a questo punto, ci permettiamo di dubitare.
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