“Autoriduzione bollette acqua”
Chieti – Scrive l’Avv. Isidoro Malandra – Associazione “oltreAbruzzi”: “Nel caso l’Assemblea dell’Ato pescarese approverà l’aumento delle tariffe dell’acqua l’Associazione “oltreAbruzzi” promuoverà una campagna di autoriduzione delle bollette. Il tentativo in atto di arrivare ad un aumento delle tariffe con il consenso delle associazioni ambientaliste e dei consumatori è fallito miseramente. Gli aggiustamenti di natura tecnica proposti dal Comitato ristretto dei Sindaci non affrontano la questione sostanziale data dal fallimento del complessivo sistema di gestione del Servizio idrico in Abruzzo. L’impietosa analisi fatta dal Commissario Caputi indica precise responsabilità dei Sindaci e dei partiti politici che hanno messo le mani sull’acqua abruzzese e dunque non ci si può limitare a chiedere che l’Aca funzioni correttamente e riduca i suoi costi ma bisogna mettere mano al necessario processo di riforma del servizio idrico abruzzese. Il Commissario Caputi indicava nei suoi scritti un processo di riforma a seguito del quale si ponesse mano alla revisione dei piani tariffari. In realtà il principio è stato capovolto ed oggi si discute di aumento delle tariffe ma non della riforma che viene imposta peraltro dalle innovazioni intervenute in sede di legislazione nazionale. La Finanziaria 2010 prevede la automatica soppressione degli Ato alla data del 23 Marzo 2011 ed entro la medesima data le Regioni dovranno riattribuire le funzioni svolte delle Ato soppresse. La Giunta regionale abruzzese ha predisposto un disegno di legge in cui si prevede l’esautorazione dei comuni e la sostituzione delle Ato con una Agenzia regionale retta da un consiglio di amministrazione il cui presidente è l’assessore regionale, affiancato dai presidenti delle province. Naturalmente il disegno di legge della giunta regionale prevede sostanzialmente l’obbligo della privatizzazione del servizio idrico, risultando del tutto eccezionale e sottoposto ad autorizzazione del Garante del Mercato e della Concorrenza l’affidamento diretto ad azienda pubblica. Secondo questa ipotesi non saranno più i Sindaci a decidere se privatizzare o meno ma sarà il consiglio di amministrazione della Agenzia regionale, cioè cinque persone, che lo farà in barba ad ogni principio di partecipazione democratica e di titolarità del diritto che è previsto in capo ai comuni. La proposta della Giunta regionale prevede inoltre che fino alla costituzione dell’ Agenzia regionale spetterà ad un commissario straordinario approvare nuovi piani d’ambito e quindi nuovi piani tariffari. Ciò significa che fra otto o nove mesi un organo monocratico potrebbe decidere, senza consultare nessuno, gli aumenti che oggi il commissario Caputi non è riuscito a far passare.
E’ chiaro allora che nessun consenso agli odierni aumenti può essere dato e che anzi va aperta una vertenza con la Regione Abruzzo sulle sorti del Servizio Idrico abruzzese e sulla sua improcrastinabile riforma. La soppressione degli Ato impone un ripensamento complessivo in favore di un sistema trasparente e partecipato, sganciato dagli interessi delle multinazionali e del partito dell’acqua, vicino alle comunità cui spetta la gestione del bene comune acqua”.
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