“C’eravamo proprio tutti, meno tg1 e 2…”
L’Aquila – Da Anna Lucia Bonanni riceviamo: “C’eravamo tutti. La città dell’Aquila e il suo territorio insieme. Ma anche comuni di altre province, tutto il cosiddetto “cratere”colpito dal terremoto del 2009. Dei suoi centomila abitanti, almeno 20 mila erano presenti. Non si ricorda una giornata così da molti anni per numero di partecipanti. E per unità del territorio, da mai.
La manifestazione è stata promossa dall’Assemblea cittadina, una rete spontanea che ha ripreso il lavoro dei comitati cittadini nati dopo il sisma e l’esperienza del movimento delle carriole, e che ha dato vita a un Presidio permanente (www.anno1.org).
Alla mobilitazione hanno aderito tutte le istituzioni locali: 20 Comuni, a partire da quello dell’Aquila, la Provincia, sindacati (il COISP, il sindacato di Polizia partecipa per la prima volta a una manifestazione che non sia di natura contrattuale), il mondo della scuola e l’Università, associazioni, movimenti, partiti, forze imprenditoriali (dalle banche – come la Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila – agli edicolanti e ai pizzaioli).
Tutti, senza colori di partito, ma solo col nero-verde simbolo della città, a chiedere al governo non solo la sospensione delle tasse – che la manovra finanziaria fa ripartire dal 1° luglio, dopo soli 14 mesi dal terremoto – e parità di trattamento con altri territori in passato colpiti da calamità. Ma anche sostegno all’occupazione e all’economia del territorio, una legge organica per la ricostruzione, finanziamenti e soldi veri.
A chiedere di smetterla con ordinanze e provvedimenti a singhiozzo, elargiti come fossero carità o regalìe.
Slogan e cartelli sono stati rivolti all’indirizzo di Tremonti (“Tremonti, vieni a fare i conti”), Gianni Letta, (“Gianni Letta vieni a vedere tutti gli aquilani con le loro bandiere”) che solo la sera prima aveva annunciato la proroga di sei mesi della restituzione delle tasse, nel vano tentativo di “sgonfiare” la protesta.
O ancora “Vogliamo lo stesso trattamento degli evasori, 5% delle tasse” e “Onna è il mio paese, L’Aquila la mia città” – a smontare una volta per tutte la propaganda messa in piedi su uno dei paesi più colpiti dal sisma.
La manifestazione si è conclusa con il blocco dell’autostrada, invasa da migliaia di persone – dai bambini in passeggino agli anziani in sedia a rotelle -, parlamentari e sindaci con i gonfaloni ad aprire il corteo.
Migliaia di cittadini e le loro istituzioni rappresentative sono state cancellati dalle televisioni del cosiddetto servizio pubblico, che hanno ritenuto più interessante disquisire della Nutella (TG2) o dei danni derivanti dagli interventi estetici (TG1).
Sappiano che la mobilitazione di oggi è solo l’inizio. L’Aquila non si arrende”.
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