Manifestazione: spazio nei tg nazionali
L’Aquila – “Finalmente lo abbiamo capito che dobbiamo esserci tutti, e tanti, nelle proteste”. E’ il commento di un’esponente del comitato 3,32 dopo la massiccia manifestazione di oggi, conclusasi con un’invasione dell’autostrada (migliaia di persone a piedi) e il blocco del traffico veicolare in ambedue le corsie di marcia. L’invasione è terminata questa sera, e la manifestazione si è conclusa con una messa a Pile, celebrata dal vescovo Molinari, che ha detto: “”Siamo in un momento in cui la nostra città sta combattendo una lotta importante perchè si tratta della vita o della morte della nostra città … Siamo qui riuniti per pregare perchè la preghiera non è rinuncia alla lotta ma occasione per chiedere a Dio la forza che ci occorre per affrontare i tanti problemi”.
Dopo aver fatto accenno al protagonismo degli abtitanti di Haiti nel post-terremoto l’arcivescovo ha aggiunto:” Cosa impedisce a noi aquilani di essere protaginisti della nostra ricostruzione? Se è colpa dello Stato denunciamolo, se è colpa delle Autorità locali denunciamolo ma non possiamo scaricare suglia ltri le nostre responsabilità …Il nostro popolo attende risposte chiare non ordinanze complicate, incomprensibili che non servono a niente”. “Non dimentichiamo – ha detto Molinari rivolgendosi agli aquilani – che ci sono anche i nostri doveri altrimenti la nostra lotta sacrosanta perde di forza e di credibilità ”.
Della protesta per ottenere la sospensione delle tasse per tutti e non per poche attività produttive (come sarebbe stato deciso) si sono occupati e si stanno occupando questa notte i tg nazionali, con ampio spazio, interviste, titoli dedicati, come ha fatto a mezzonotte “Linea notte” di Rai3. la man ifestazione ha “fatto effetto” su tutti, perchè mai si erano viste, almeno a L’Aquila, migliaia e migliaia di persone (si parla persino di 15-20.000) con slogan , colori, appelli delle autorità e dei comitati, ma sebnza bandiere e senza partiti. L’adesione è stata massiccia e bipartisan, non ci sono stati incidenti, ma solo tanta partecipazione e anche tanti sindaci in fascia tricolore giunti da tutto il cratere sismico. Solidarietà da tutte le parti, apprezzamento anche per la passione, e la compostezza, di tante migliaia di persone. Tranne l’invasione dell’autostrada, non ci sono stati altri momenti di tensione. Una città che coralmente chiede solo di poter vivere. Basta con i provvedimenti episodi, sporadici, frammentati, goccia a goccia, ma un intervento globale, finanziato, adeguato e pensato: altrimenti almeno 100.000 abitanti vivranno in un declino che sarà inarrestabile e finirà con la cancellazione della città .
Cosa non avvenuta neppure nell’ultimo terremoto disastroso, quello del 1703, dopo il quale la città fu interamente ricostruita: il 90% delle sue chiese, dei suoi palazzi, del suo tessuto urbano era, infatti, settecentesco.
Se si potesse dire senza temere di ferire con l’ironia, una gran bella protesta. Si può dire, sicuramente, una protesta civile, consapevole, forte ed esemplare. Se Roma capirà almeno questo, dovrà cambiare le sue idee fin da domani.
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