Corale e disperata la protesta aquilana: sono in 10.000 – Cialente: ora c’è sconforto


L’Aquila – (ore 16,43, M.N.-G.C.) – Almeno 10.000 persone stanno manifestando a L’Aquila. Prima dell’ora covenuta, le 16, c’era già tanta gente a formare il corteo della protesta degli aquilani e del cratere contro la promessa di emendamento annunicata ieri sera da Letta, con accanto Chiodi e De Matteis. Un rinvio della restituzione delle tasse fino ad oggi non pagate, peraltro di soli sei mesi: pagheremo tutto con l’anno nuovo. In “almeno” sessanta rate, ma forse di più. Per il resto, tasse sospese solo alle attività produttive, ma con meno di 200.000 euro di affari l’anno. Se uno ha un’attività produttiva, un giro di 200.000 euro lo raggiunge piuttosto facilmente: quindi a ben pochi è riservato il beneficio della sospensione fiscale. In compenso, altri soldi vengono annunciati per le case di ogni classificazione, fino a quella peggiore, la E. Purtroppo, però, tutti sanno che per le case occorre tanto, ma tanto tempo ancora, in particolare per quelle E. E allora?
Una sostanziale, amara delusione dall’annuncio romano. Benchè sia stato sottolineato dai politici che “si tratta di un primo risultato”, il che lascerebbe sperare che potrebbero arrivarne altri. Così si sfoga il sindaco Cialente: “La cosa triste é che immediatamente dopo il sisma, la gente aveva subito voglia di ripartire. Ora a più di un anno di distanza, ora che non ci sono i fondi per ricostruire, ora che i riflettori sulla nostra città si sono abbassati, comincia lo sconforto e con esso il secondo terremoto”.
La sospensione delle tasse per chi sì (pochi) e per chi no è presa come una disparità di trattamento anche offensiva, oltre che, a parere di qualche esperto, illegittima. Non si possono trattare i cittadini di una zona colpita (e come) da una catastrofe in modi diversi. Si creano in tal modo rivalità, desiderio di rivalsa, rabbia in qualche caso. Le rivendicazioni di chi ha organizzato la protesta di oggi, con adesioni significative e apolitiche (ci sono amministratori di centrodestra), miravano ad una sospensione delle tasse per tutti, indistintamente, perchè tra sei mesi, quando si dovranno restituire i soldi al fisco, tutto saràè esattamente come oggi. A giudicare da come vanno economia aquilana e quindi crisi, in questo momento, nessuno si illude che in sei mesi (con l’estate di mezzo) le cose possano tornare a posto, o almeno in una pervenza di normalità. I soldi sono pochi, i disoccupati molti, la cassa integrazione molta: cosa potrà mai avvenire in sei mesi, tra burocrazia, ritardi, indecisioni, paludi interpretative, e un comune che continua a dire di non aver neppure più un euro bucato per andare avanti?
Ecco, in sintesi, l’amarezza dei manifestanti, che per alcubni è rabbia, per altri amaro sarcasmo in slogan e battute. Nessuno è pazzo, qui, caro Berlusconi, dicono in tanti: delusi sì, profondamente. Il corteo colorato, polemico, corale si muove verso il sduo percorso prestabilito. Molte telecamere, molti8 obiwettivi fotografici. L’Italia deve sapere. (Nelle foto di InAbruzzo.com, scattate intorno alle 16, alcuni momenti prima del corteo e gli slogan)


16 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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