Valentini, fu un tragico errore giudiziario
L’Aquila – Camillo Valentini, vittima di un errore giudiziario, che oggi appare tragico, tortuoso e soprattutto privo di persone che abbiano almeno il coraggio di chiedere scusa, e di rispondere dei loro errori costati la vita ad un uomo onesto. Anche la sorella dell’ex sindaco di Roccaraso morto suicida nel 2004 dopo essere stato arrestato ingiustamente, è stata assolta dalla Corte d’appello. Ecco cosa ne scrive Giulio Petrilli, del PD aquilano: “Qualche giorno fa la corte d’appello de L’Aquila ha assolto la sorella dell’ex sindaco di Roccaraso Camillo Valentini e un’altra persona, entrambi connessi all’inchiesta del fratello. Ripercorro un attimo la storia.
Era il 14 agosto del 2004. Un uomo di cinquant’anni, disperato, rinchiuso in una della del carcere di Sulmona – già balzato alle cronache per altre, simili vicende – decide di farla finita: si lascia soffocare, la testa dentro un sacchetto di plastica, stretto con due lacci di scarpe. Secondo il Pubblico Ministero che aveva disposto il suo arresto era colpevole di corruzione, e assieme ad altre persone aveva dato vita ad una specie di associazione mafiosa. Quell’uomo si chiamava Camillo Valentini, era sindaco di Roccaraso.
Aveva avuto sentore che la magistratura si stava interessando di lui, aveva chiesto di essere interrogato. Il magistrato, aveva fatto sapere che non aveva alcuna intenzione di interrogarlo, ma che era disposto a raccogliere dichiarazioni spontanee. Ma spontaneamente cosa dichiarare, se non si sa di cosa si viene accusati, e da chi, e perché? Alla vigilia del Ferragosto del 2004 Valentini era stato poi arrestato. E in cella, vinto dallo sconforto, aveva deciso di “evadere” come ogni anno, “evadono” dalle nostre carceri, settanta ottanta detenuti.
Diciotto mesi dopo, l’inchiesta su Valentini è stata archiviata. Non sono emersi elementi a suo carico. Dalle intercettazioni telefoniche che dovevano “inchiodare” il sindaco di Roccaraso non sono invece emersi elementi di reato. Insomma, si è scherzato. Solo che il sindaco Valentini è stato così “indelicato” da prendere la cosa tremendamente sul serio, e ne è stato sopraffatto. Al punto che ha preferito farla finita.
L’archiviazione dell’inchiesta risale al 19 gennaio 2006. Qualche giorno fa la notizia dell’assoluzione della sorella del Valentini e di un’altra persona sempre connessa all’inchiesta dove fu coinvolto Camillo Valentini da parte della corte d’appello de L’Aquila che ribalta la sentenza di primo grado.
A questo punto al sindaco Valentini si vuole, almeno, pubblicamente chiedere scusa? Io con questo scritto lo voglio ricordare e penso all’arresto e a quei due giorni in cella d’isolamento che hanno sconvolto per sempre la sua vita ed è un’altra vittima di un errore giudiziario, purtroppo vittima nel senso più totale”.
(Nella foto Camillo Valentini, un autentico perseguitato dalla giustizia)
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