L’opinione – Un enorme punto interrogativo


L’Aquila – (di Mardin Nazad) – L’otto giugno scorso sulle pagine di tutti i quotidiani, sugli schermi di tutte le televisioni e sui monitor di tutti i computer, appare la dichiarazione del premier Silvio Berlusconi di aver dato disposizione agli uomini della protezione civile di non recarsi nelle zone terremotate in Abruzzo perché “qualcuno con la mente fragile rischia che gli spari in testa”. Una dichiarazione che sicuramente lascia perplessi in molti, anche chi “la mente fragile” non la ha. Il presidente del consiglio rivela di aver “detto agli uomini della protezione civile di non andare in Abruzzo o almeno di farlo senza insegne o senza rendersi riconoscibili”. Perchè? La Procura dell’Aquila ha emesso ben sette avvisi di garanzia nei confronti dei vertici della commissione grandi rischi , tra cui i vertici della protezione civile, con l’accusa di omicidio colposo per “mancato allarme” alla popolazione. Secondo il premier, infatti, dopo l’apertura di quel fascicolo ci sarebbe il rischio ” che qualcuno che ha avuto dei familiari morti sotto le macerie e con una mente fragile” possa sparare in testa agli uomini della protezione civile. Non c’è che dire, un vero e proprio colpo basso nei confronti di persone che in questi 14 mesi hanno avuto persino delle remore nell’esporsi. Uomini,donne e giovani che il 6 aprile si sono visti sfocare e volare via tutto in pochi istanti; persone che hanno mantenuto in pubblico, nonostante la situazione e lo sfondo, un atteggiamento fin troppo contenuto e pacato. Loro che fin troppe volte si sono sentiti giudicare dai propri concittadini, che dal loro canto invece molte volte erano i primi a lamentarsi e a scendere in piazza. “Andare avanti” è sempre stato sinonimo di progresso, che si ha ,però, solo con una solida consapevolezza e conoscenza del passato. L’Aquila in questo anno non è andata avanti… ha continuato il suo corso, talvolta anche con interessanti sviluppi, ma non è progredita. Sui retroscena di quella notte c’è solo un enorme punto interrogativo. Tutti hanno puntato il dito contro tutti: la protezione civile contro gli scienziati, gli scienziati contro la protezione civile, i cittadini contro il sindaco e Giuliani, Giuliani contro “Luisachi”, tutti contro tutti alla ricerca disperata di un capro espiatorio per dare un piccolo sollievo alla propria anima di fronte a questa catastrofe. Diàtribe all’ordine del giorno già in situazioni “normali” e accentuate, a ragione, in condizioni di “emergenza”. E ora al teatrino pulcinellesco si aggiunge una new entry: premier contro familiari delle vittime e terremotati in generale. Ma come ogni spettacolo che meriti, dietro il sipario c’è sempre un copione da seguire,maschere da indossare ed escàmotage da inventare… chissà che anche questa volta non sia così.


10 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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