Rossini: “Lavoriamo serenissimi” – Chiodi su Protezione civile e magistratura – Sdegno Riga
L’Aquila – In attesa che, come dovrebbe fare già domani, il consiglio superiore della magistratura – il CSM – si esprima a tutela dei giudici della Procura aquilana, esaminando il caso nato dalle esternazioni di Berlusconi, il capo dell’ufficio, Alfredo Rossini, e i suoi sostituti tra i quali, con Rossini in questa serie di filoni di inchiesta sugli eventi prima e dopo il 6 aprile 2009, lavora Fabio Picuti nell’inchiesta sul terremoto, esterna anche lui. Lo fa con i giornalisti, sempre cortese e sempre misurato, calmo, qualche volta ironico. Ma con un garbo e una misura assolutamente distanti da ogni irruenza e da ogni smodatezza, come purtroppo in questo paese di scomposti e di esagitati sono sempre meno numerosi a fare.
“Lavoriamo sereni, anzi serenissimi” ha detto oggi Rossini “e andiamo avanti, anche se il momento è certo particolare. Ciò che è capitato è almeno inatteso. Ma io e i miei sostituti non terremo conto degli aspetti diciamo politici di questa vicenda”. L’alto magistrato, che ogni mattina da Roma, dove abita, raggiunge il suo ufficio aquilano in autobus e da solo, ha detto di apprezzare molto l’intervento del CSM che tutela il prestigio e il lavoro dei magistrati italiani. “Ci protegge, ci tutela. Lo Stato esiste – ha detto Rossini – e noi lavoriamo per lo Stato, ma esiste anche la politica…”.
Intanto il presidente della Regione, Chiodi, ha messo in luce in una dichiarazione al Tg3 Abruzzo la “positività della Protezione civile e le perplessità che può suscitare un’inchiesta sulla prevedibilità dei terremoti… Tutti avranno sicuramente le loro ragioni, ha aggiunto Chiodi, ed è necessario proteggere la magistratura, ma anche la politica… dalle incursioni della magistratura”. (Nelle foto il capo della Procura, Rossini, e il sdostituto Fabio Picuti)
RIGA – Scrive Roberto Riga: “Un episodio increscioso, che lede la dignità dei cittadini aquilani”. Con queste parole l’assessore all’Urbanistica Roberto Riga commenta le dichiarazioni del premier Berlusconi.
“Si tratta di affermazioni di una gravità inaudita, irriguardose e infamanti nei confronti di un popolo che ha perso tutto, a cominciare dagli affetti più cari, e che ormai, sempre di più, si sente solo.
Appare evidente, e questo risulta ancora più avvilente e mortificante, che il presidente del consiglio strumentalizza la tragedia aquilana ancora una volta. Prima lo ha fatto per portare acqua al suo mulino e spegnere le polemiche suscitate dagli scandali estivi, ora cerca di distogliere l’attenzione dal problema dei tributi e delle mille promesse che non potrà mai mantenere.
Pensi piuttosto, Berlusconi, a risolvere i problemi di una comunità che rischia di venir soffocata dal ritorno al pieno regime fiscale, dovendo restituire tutto e subito, e a sanare la grave ingiustizia contenuta in questo provvedimento rispetto al trattamento riservato ad altre popolazioni terremotate.
Pensi piuttosto, il nostro ciarliero premier, alle ditte impegnate nella ricostruzione, che aspettano di essere pagate, ai titolari di attività produttive, messi in ginocchio dal sisma e ancora in attesa, dopo oltre un anno, dei promessi indennizzi.
Pensi, insomma, almeno a tentare di risollevare una città ormai agonizzante, oppure abbia la dignità e il rispetto di tacere”.
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