40 rintocchi alle 3,32 a Onna, Fini parla dell’inchiesta della Procura


L’Aquila – Alle 3,32 di questa mattina, un mese dal cataclisma che colpì l’Aquilano e raggiunse gran parte dell’Abruzzo, 40 rintocchi di una triste campana a Onna, la frazione più devastata. 40 morti su 300 abitanti, un rintocco per ognuno di loro. Poi il silenzio della notte, ancora una volta fredda, e il ritorno al dolore, al raccoglimento, in attesa dell’alba per ricominciare a darsi da fare, a rimettere in piedi ciò che è possibile recuperare, a tentare di fare marcia indietro dalla tragedia alla vita. Che, comunque, non potrà mai essere la stessa.
Poche ore dopo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante la seduta solenne del consiglio regionale in un Emiciclo rimasto quasi indenne, fa un chiaro, esplicito riferimento agli aspetti giudiziari di questa vicenda. Non a caso, il presidente rileva che la magistratura dovrà perseguire “eventuali” responsabili di crolli e vittime che non avrebbero dovuto esserci. Se lo augura, Fini, lo sottolinea e non è un aspetto secondario del suo composto e dignitoso discorso. Una dignità della politica ormai riscoperta, che sorprende la gente, non abituata: motivo in più per recuperare qualche brandello di fiducia. L’inchiesta, naturalmente, va avanti per suo conto e lo stesso procuratore Rossini ha detto in un’intervista di aver riscontrato incoraggiamento e fiducia della gente. Emergono elementi nuovi, filmati, testimonianze, e uno scottante dossier che dal 2003 era nei palazzi regionali: parlava di edifici a rischio sismico, interventi, soldi necessari, e indicava palazzi non sicuri. Alcuni sono crollati. Il dossier è nella cassaforte di Rossini. Lentamente, spunta una mostruosa impalcatura di cose non fatte, ma sapute o quanto meno sospettate; di carte scritte, ipotesi molto gravi, e anche silenzi, omissioni, insabbiamenti. La gente vuole, anzi pretende la verità, costi quel che costi e inchiodi chi deve inchiodare. Più che costruttori e imprenditori d 30 o più anni fa, occorre cercare più vicino, spulciare nella burocrazia, far luce su fatti, persone, documenti. Stavolta nessuno tollera più di tanto, l’unica consolazione sarà la verità. Per i vivi. Per i 300 morti, solo lacrime e strazianti memorie.


06 Maggio 2009

Categoria : Cronaca
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