Pagàno sui 40 anni delle Regioni
L’Aquila – ”La celebrazione del 40° anniversario delle Regioni a Statuto ordinario offre lo spunto per una serie di riflessioni che ci portano inevitabilmente a ripercorrere le tappe e gli sviluppi del regionalismo italiano che prende le mosse, dal punto di vista positivo, dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana per giungere, attraverso un complesso percorso di trasformazione e modernizzazione, all’attuale assetto, tendenzialmente più vicino alle organizzazioni di tipo federalista”. Lo ha detto poco fa al Senato il Presidente del Consiglio regionale abruzzese Nazario Pagano parlando a nome della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative in occasione della cerimonia sul tema “A 40 anni dalla prima elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto ordinario: sistema delle autonomie e riforma del Parlamento”. Presenti alla cerimonia anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,il Presidente del Senato Schifani ed il Ministro per le Regioni Raffaele Fitto. ”Due passaggi cruciali e determinanti a nostro avviso- ha proseguito Pagano- anche per coniugare trasparenza e solidarietà. Regole condivise ed omogenee tra tutti i livelli di governo sono una delle condizioni indispensabili per il raggiungimento di obiettivi impegnativi. In questo quadro diamo e vorremmo continuare a dare il nostro contributo: le Assemblee come luogo della informazione condivisa ed in relazione sempre più stretta tra loro e con le Camere del Parlamento nazionale. E’ stato questo, in sintesi, il percorso che con Senato e Camera abbiamo fatto nel procedimento legislativo di approvazione della legge 42 del 2009. Questo è il nostro scopo del federalismo unitario: di realizzare l’unità della nazione sulla base di un patto di sviluppo comune e comunemente gestito che non pregiudica l’autonomia fiscale, ma la finalizza ad un interesse superiore. Le Assemblee regionali hanno, sotto questo profilo, la stessa valenza del Parlamento nazionale: sono precisamente i luoghi in cui possono realizzarsi, nello stesso tempo, il confronto e anche il dialogo e la ricerca di temi e di terreni di convergenza costruttiva’’.
”Le Regioni- ha proseguito Pagano- hanno avuto un lungo periodo di gestazione in riferimento alla concreta attuazione delle disposizioni costituzionali che le hanno istituite, durato più di venti anni, a causa della tardiva emanazione della legge elettorale che, intervenuta solo nel 1968, ha portato alle prime elezioni dei Consigli regionali nel giugno del 1970, a distanza di pochi giorni dall’entrata in vigore della legge sulla finanza regionale. Nell’anno successivo, sono stati approvati tutti gli Statuti delle Regioni ad autonomia ordinaria relativamente ai quali quelli dell’Abruzzo e della Calabria sono stati approvati nel mese di luglio per le note vicende storico-politiche
riguardanti la scelta dei rispettivi capoluoghi. Ci piace ricordare oggi le parole di alcuni
Colleghi che quarant’anni fa ebbero la fortuna di vivere lo slancio dell’avvio del regionalismo in Italia. Rammento il primo Presidente del Consiglio regionale della Toscana Elio Gabuggiani che ricordava come “dagli articoli della Costituzione , come scrisse Piero Calamandrei, parlano a noi le voci familiari di Cattaneo e di Mazzini, di Rosselli e di Gobetti”. Con l’auspicio che le Regioni fossero messe nelle condizioni di concorrere alla formazione e all’indirizzo
politico ed economico nazionale del Paese. O le parole del Primo Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, prima tra le Regioni ad approvare lo Statuto, Paolo Vittorelli, che con estrema lungimiranza riconosceva una priorità “nella necessità di adeguare alle reali esigenze di oggi e di domani la Carta statutaria, sulla quale si fonda la capacità di sviluppo della nostra Regione che, portando ad una crescita piemontese, concepisca nel contempo motivo di migliore equilibrio sul piano nazionale, specie per il meridione d’Italia, e di deciso inserimento nella realtà nuova dell’Europa delle Regioni”. ” Non mancano però segnali importanti e di conforto in tal senso: pensiamo al comitato esterno di rappresentanti delle autonomie per i lavori della Commissione bicamerale per il federalismo fiscale così come delineato dalla legge 42 del 2009 o ai lavori del Comitato paritetico Senato della Repubblica, Camera dei deputati ed Assemblee regionali.Il diritto dell’Unione europea è stato il settore nel quale la spinta alla cooperazione tra Parlamento nazionale ed Esecutivi (regionali e nazionale), da una parte, e tra Assemblee legislative, dall’altra, sembra aver dato i maggiori frutti ed è forse anche suscettibile di ulteriori sviluppi. Non a caso in questa sede prenderà la parola anche il Comitato delle Regioni. Quindi, la tappa più recente, derivante direttamente dalla firma del Trattato di Lisbona potrebbe essere nell’oggi un primo concreto terreno di confronto con i lavori del Parlamento anche alla luce del Protocollo sulla sussidiarietà annesso al Trattato di Lisbona ‘’
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