Molinari: ci sarà la Perdonanza, subito case
L’Aquila – “Il verbo è ricominciare. Il terremoto non ha piegato la buona gente dell’Aquila. La situazione è sotto gli occhi di tutti, le scosse si susseguono e a volte fanno paura. Ma da parte delle persone c’è tanta speranza. Questa emergenza avrà fine. La Perdonanza 2009 si terrà regolarmente”. Così monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila, in una conversazione con l’Adnkronos fa il punto sull’emergenza terremoto a quattro settimane dal sisma che il 6 aprile, alle 3.32, mise in ginocchio l’Abruzzo mietendo 298 morti. Il 53,7% delle 22.700 case finora sottoposte a verifica risulta agibile, ma pochi se la sentono di rientrare nelle loro abitazioni. Sono oltre 70mila persone le persone che, in Abruzzo, non dormono sotto il loro tetto. Una parte è ospitata nelle 169 tendopoli, gli altri sulla costa, in alberghi e abitazioni private. Un esodo biblico che secondo la Chiesa dell’Aquila è la prima emergenza da risolvere. “La prima cosa – rimarca mons. Molinari – è fare le case per lasciare le tende. Il capo della Protezione Civile Bertolaso mi ha assicurato che agli sfollati saranno date case migliori di quelle che servirono dopo un altro tragico terremoto, quello che colpì il Friuli. “Le case – sottolinea ancora il presule dell’Aquila – serviranno a far ritrovare le famiglie e tornare a vivere. Questa e’ l’esigenza piu’ forte”. Subito le abitazioni ma ”anche il lavoro – scandisce l’arcivescovo -. Noi vivevamo gia’ un momento di crisi delle fabbriche del polo elettronico. Occorre rimettere presto in piedi il tessuto produttivo, cosi’ come va rilanciata in ogni modo l’Universita’, che gioca una parte forte nella vita del nostro territorio”.
Ma c’è anche un’altra novità che l’arcivescovo dell’Aquila rimarca con gioia: “La Perdonanza si farà il 28 agosto”. Anzi, per la 715esima edizione della manifestazione, ”verrà il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano. E’ un altro segno – sottolinea monsignor Molinari – di come vogliamo vivere l’essenza del messaggio di Papa Celestino, varcando la Porta Santa per rinnovare l’invito alla riconciliazione”, che fu proprio di quell’eremita, Pietro del Morrone, davanti alle cui spoglie, nella basilica di Collemaggio ferita dal sisma, Benedetto XVI il 28 aprile scorso si e’ raccolto in preghiera.
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