Processi Del Turco e crollo Convitto
L’Aquila – Importante giornata giudiziaria oggi a L’Aquila e a Pescara: processi Del Turco e crollo convitto nazionale.
CONVITTO – Il Gup aquilano ha rinviato al 19 luglio l’udienza preliminare sul crollo del Convitto nazionale, dove sono morti tre giovani, tutti minorenni. L’aggiornamento si e’ reso necessario per decidere sulla possibile citazione in giudizio per il ministero dell’Istruzione, il Convitto nazionale e la Provincia dell’Aquila, proprietaria dell’immobile per l’assunzione di responsabilita’ in sede civile. Agli indagati verrebbero contestate le accuse di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. E’ stata ammessa la costituzione di un’altra parte offesa: quella di un ragazzo che a seguito del crollo del Convitto rimase gravemente ferito mentre l’avvocato Antonio Milo del Foro di Avezzano, ha chiesto un risarcimaneto di due milioni di euro agli Enti che sono stati citati in giudizio, per la morte di Luigi Cellini. Sull’udienza pesava l’istanza di rimessione del processo ad altro giudice con il trasferimento al tribunale di Campobasso, perche’ all’Aquila non ci sarebbero le condizioni di serenita’ per lo svolgimento del procedimento: la richiesta indirizzata alla corte di Cassazione e’ stata presentata al Gup da uno dei due indagati, il rettore del convitto, Livio Bearzi, che l’ha motivata collegandola ad alcune dichiarazioni del procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini. Se il processo sarà trasferito a Campobasso, tutti gli atti esistenti finora saranno nulli: tutto da rifare. E quindi un’altra perdita di tempo. Prossima udienza il 19 luglio.
DEL TURCO – A Pescara oggi seconda udienza preliminare per sanitopoli, il termine gergale giornalistico per indicare genericamente lo scandalo della sanità abruzzese con l’arresto dell’allora presidente regionale Ottaviano Del Turco e di molti altri imputati “eccellenti”. Finora sono 13 le parti civili ammesse. A loro va ad aggiungersi anche Enzo Angelini, l’uomo che fece scoppiare il caso con le sue denunce. I giudici hanno deciso anche che le intercettazioni telefoniche dovranno essere ascoltate: sono migliaia di ciò richiederà tempi lunghi. Ma il processo va avanti. L’incubo di chi cerca la verità sta nella possibilità di errori procedurali, che a qualcuno fanno sempre comodo, con rinvio e lungaggini.
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