“No alla deportazione degli aquilani” – Fini: “Città capitale del dolore e dell’orgoglio”
L’Aquila – Il decreto terremoto va cambiato, così com’è non va bene, e un no fiero e fermo alla deportazione degli aquilani. E’ il succo condensatissimo della seduta solenne del consiglio regionale, presente Gianfranco Fini, che ha definito L’Aquila capitale del dolore e dell’orgoglio, apertosi alle 10,20 all’Emiciclo. Tutti gli interventi sono stati misurati, commoventi, intensi e sobri. Particolarmente, quelli del sindaco Cialente e della presidente Pezzopane. Il sindaco, turbato e provato, ha riferito che nella notte è stato ritirato un decreto che avrebbe trasferito altrove uffici e direzioni oggi presenti a L’Aquila: provvisoriamente, ma altrove. Cialente ha definito questo proposito una vera e propria deportazione degli aquilani, che, ha detto, per fortuna non avverrà : sono prevalsi, dopo concitate telefonate e interventi autorevoli (anche quello del presidente della Regione Chiodi), buonsenso e razionalità . Tutto resterà a L’Aquila, altrimenti la città morirà due volte, subirà un secondo terremoto, e non si rialzerà . “Siamo fieri e abbiamo sempre combattuto nella storia, gli spagnoli lo impararono nel 16/mo secolo, combatteremo ancora” ha detto Cialente. Cuore e commozione, ma anche fermezza, quelle di Stefania Pezzopane, viso stravolto, espressione provata: un discorso misurato, partecipato, applaudito: rivogliamo le nostre case, la nostra città , vogliamo essere noi a ricostruirla, il decreto va cambiato. Non chiediamo un soldo i più di quanto ci spetta, ma rivogliamo noi stessi, la nostra vita, le nostre case, la città che abbiamo perso in 20 secondi. Un tempo – ha detto la Pezzopane – sufficiente a dividere la vita in due, prima e dopo il terremoto. Di alto profilo anche l’intervento di Gianfranco Giuliante, anch’egli toccato e commosso. Forte quello di Carlo Costantini, che incalza critico e puntuale ogni punto debole dell’azione di governo. L’aula consiliare è stata dedicata a Sandro Spagnoli, un dipendente regionale sepolto dalle macerie, che faceva dell’altruismo lo scopo della sua vita.
Gianfranco Fini ha portato l’impegno della “Camera intera”, definendo L’Aquila capitale del dolore, ma anche dell’orgoglio. Tutti sono straordinariamente solidali con voi, ha detto agli abruzzesi, tutta l’Italia e tutta l’Europa. L’Aquila era una bella città , e sarà una bella città anche sicura, saprà , come si dice da queste parti, tornare a volare. La ripresa riporterà lavoro, aziende, attività , ma soprattutto fiducia. Il sottosegretario Bertolaso, l’uomo che tutti stimano e apprezzano e che guida una Protezione civile tra le migliori del mondo, ha ammesso – riferendosi alle parole di Stefania Pezzopane – che in passato “ci sono stati terremoti di serie A e terremoti di serie B”. Errori, ritardi, lentezze vergognose della politica. Stavolta non è stato e non sarà così. Ma, si dice qui a L’Aquila, occorre essere vigili, come lo sono stati il presidente Chiodi (al quale il sindaco ha dato grande stima e apprezzamento), e le autorità locali. Soldi subito, ricostruzione prima possibile, risarcimenti pieni. “Non vogliamo un centesimo in più di quanto ci spetta” dicono Cialente e Pezzopane “ma li vogliamo subito”.
Berlusconi ha annunciato ieri sera da Bruno Vespa in tv: sarò presto a L’Aquila a portare buone notizie che riguardano la ricerca. Aspettiamo buone notizie, ma anche fatti, fatti, fatti.
“Abbiamo mantenuto in questo mese tutte le promesse fatte guardando la gente negli occhi nelle tende, siamo determinati a farlo anche nel futuro”. Guido Bertolaso oggi, ad un mese dal terremoto, assicura che la Protezione civile sara’ al fianco della popolazione colpita fin quando sara’ necessario. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio parla a nome del governo e risponde alle preoccupazioni degli amministratori locali che guardano con incertezza al futuro e avanzano critiche al decreto del governo. “Seguiremo le indicazioni del presidente della Repubblica, ascolteremo le esortazioni della nostra guida spirituale il Santo Padre, seguiremo quello che dice il governo, ma ascolteremo tutti”, sottolinea il capo della Protezione civile. “La Protezione civile nazionale rimarra’ fin quando riterrete necessaria la sua presenza con la sola e unica determinazione a collaborare con umilta’, ma anche con impegno e passione a far ripartire questa terra, a ridare all’Aquila la sua dignita’, al di la’ degli errori e delle mancanze che in un paese come il nostro -ammette Bertolaso- ci sono sempre stati e continueranno ad esserci”.
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