“Decreto consorzi, provvedimento ambiguo”
L’Aquila – L’avv. Cesidio Gualtieri e l’ing. Valentino Perilli hanno indirizzato la seguente lettera aperta al commissario alla ricostruzione, Gianni Chiodi: “Abbiamo letto, con notevole sconcerto, il Suo decreto n° 12 sulla costituzione, funzionamento ed attribuzioni dei Consorzi obbligatori. Posto infatti che avevamo già ampiamente criticato la bozza del decreto in un elaborato pubblicato su “inabruzzo.com e “il capoluogo.it” il 30.4.2010, sta in fatto che ritenevamo, almeno, che il provvedimento definitivo non mantenesse l’intrinseca ambiguità di quella bozza.
Ed allora, al di fuori di ogni critica sui contenuti, che non resterà che sottoporre al Giudice competente (come è stato fatto per il decreto n3), vogliamo solo sottolineare che l’ultima cosa di cui i cittadini avevano, ed hanno, bisogno è proprio l’ambiguità.
Perché, quindi, ingenerare, con l’art. 6, l’equivoco che saranno i consorzi a scegliere il progettista, approvare il progetto ed incaricare la ditta (peraltro, il tutto, in un’unica assemblea entro trenta giorni dalla convocazione !!), quando poi, sulla scelta dell’impresa, si è aggiunto (come con le famose clausole “scritte in piccolo”) che essa avviene “salvo quanto previsto al successivo art. 8”, norma che imponendo il rispetto della “normativa vigente” questa indirettamente individua, attraverso il richiamo alle “eventuali deroghe” di cui all’art. 3 dell’O.P.C.M n° 3753, nel codice degli appalti ?
E, lasciando in disparte che proprio Lei dovrebbe dispensare le “eventuali deroghe” (come, perché, ed a chi ?), veramente qualcuno è ancora convinto che nessuno dei cittadini aquilani sia in grado di leggere un sottinteso come questo ?
Ci si interroghi, allora, perché continui a mancare il coraggio di dire agli aquilani che, piova o tempesti, si vuole ostinatamente perseguire la strada degli appalti pubblici a tutto tondo, ricorrendo a “dico e non dico” nell’illusione che nessuno se ne renda conto ?
Ma, se questa è la via tracciata (pubblici appalti anche per gli edifici privati), che dire di tutte le indennità già stanziate ed in parte già erogate, per appalti su immobili privati con affidamento diretto fuori, e addirittura dentro, il centro storico, anche per svariati milioni di euro ?
Attenzione, infatti: se si continua a contrabbandare lo slogan “soldi pubblici uguale appalto pubblico”(volutamente ignorando la differenza tra finanziamenti ed indennizzi), come la si mette con le erogazioni di cui sopra ? (E’ stato forse…un errore ?, e chi lo risolverà, le Autorità, il Magistrato contabile, il Magistrato penale ?).
Concludiamo, da una parte, ribadendo che è profondamente deludente il fatto che, in un momento in cui vi è necessità della massima chiarezza il decreto n° 12 abbia riproposto il superlativo dell’equivocità; e, dall’altra parte, rilevando che, quando qualcuno se la prese con noi perché parlammo di “balbettio” normativo, aveva ragione: avremmo dovuto dire “obliquità”.
Ing. Valentino Perilli e Avv. Cesidio Gualtieri
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