Il mistero e i sospetti: perchè L’Aquila era classificata “zona di media sismicità”?


L’Aquila – Per secoli la storia dell’Aquila e del suo territorio è una storia essenzialmente sismica: almeno tre distruzioni della città, e una storia di scosse anche forti lunga sette secoli. Anche prima della fondazione della città, che risale al tredicesimo secolo, c’erano stati – come la natura fa normalmente anche altrove – una serie ininterrotta di terremoti, l’ultimo dei quali, abbastanza forte (intorno al 5 Richter) risale al settembre 1950. Non sempre distruzioni, ma sicuramente moltissimi terremoti. Del resto, la città parla (o parlava?) semplicemente guardandola: è tutta risalente al ’700. Cioè fu ricostruita dopo il forte sisma del 1703. Eppure, riscopriamo che “la classificazione a media sismicita’ della zona de L’Aquila e dintorni fu errata”. Lo scrivono oggi sul quotidiano ecologista Terra Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Universita’ di Napoli Federico II, ed Angelo Spizuoco, del Centro Studi Strutture Geologia Geotecnica di S. Vitaliano (Na). ”Subito dopo il sisma del 6 aprile 2009 che devasto’ L’Aquila e dintorni – scrivono gli esperti – effettuammo ricerche multidisciplinari sul campo al fine di verificare le reali cause dei notevoli danni che avevano distrutto molti edifici. Prima di tutto riscontrammo che L’Aquila era classificata come area a media sismicita’ e non come elevata sismicita’ (cioe’ la massima sismicita’ prevista dalla legge italiana). Gli edifici costruiti dopo l’introduzione di tale classificazione sismica, pertanto, erano strutturati per sopportare sollecitazioni sismiche inferiori a quelle a cui realmente sono state sottoposte dalla scossa principale”. La necessita’ di classificare la zona ad alta sismicita’, spiegano Ortolani e Spizuoco su Terra, ”era dimostrata dal fatto che in varie pubblicazioni di ricercatori dell’Ingv, delle Universita’ di Chieti-Pescara, di Roma e di Camerino veniva sottolineata l’intensa e seria attivita’ sismica che aveva interessato le zone epicentrali dell’area aquilana nei secoli scorsi, evidenziata anche da effetti geologici di superficie. La logica conseguenza sarebbe stata quella di classificare L’Aquila in zona di elevata (massima sismicita’) prevista dalla legge italiana”.
Anche da altri studi e articoli, del resto, si sapeva che L’Aquila – diciamo per semplicità – era zona 2, mentre avrebbe dovuto essere zona 1. Cioè il massimo del rischio sismico. Ci si chiede ancora una volta perchè per decenni si sia taciuto, si sia solo operato per nascondere o ignorare allarmi, predizioni molto autorevoli, dati di fatto e soprattutto l’insegnamento della storia. E’ allucinante che nessuna autorità, nessuna istituzione, nessun ente, nessun politico abbia messo in luce tutto ciò, che pure era noto e più volte rivelato dal giornali e da scienziati (messi al bando). Lo è ancora di più se ci si pongono domande sugli scienziati “ufficiali”, sui preposti alla sicurezza della popolazione, sulla Protezione civile stessa, su organismi come la Commissione Grandi Rischi. Le ombre lunghe, i misteri, i sospetti hanno oggi corpo: forti interessi e potenze occulte impedirono che l’argomento emergesse e che, soprattutto, si adottassero misure. Altrimenti miliardi e miliardi guadagnati da costruttori, impresari, speculatori, affaristi, non sarebbero finiti nelle tasche “giuste”.


04 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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