2 giugno, Cialente si spoglia del tricolore


L’Aquila – Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha fatto il contrario di tutti gli altri, oggi alla celebrazione della festa della Repubblica: non ha indossato il tricolore, ma se n’è spogliato. La fascia bianca, rossa e verde che contraddistingue i sindaci nelle cerimonie ufficiali, il sindaco l’ha tenuta in mano ripiegata su se stessa, dicendo ai giornalisti: “Come ho già detto in passato, la riconsegnerò al presidente della Repubblica se per L’Aquila il governo non cambierà atteggiamento”. Vero, il sindaco lo aveva già detto in passato, senza poi attuare il suo proposito. Forse ora ci siamo. Il riferimento, la goccia che fa traboccare il vaso già colmo, come gridano i cittadini esasperati durante le assemblee e i cortei di protesta, è la storia delle tasse che il cratere e la città dovranno tornare a pagare dal 1 luglio, con arretrati a rate e tutte le altre bollette e balzelli fiscali. La finanziaria non fa sconti ai terremotati: esentati solo in pochi, per altri sei mesi. Ci saranno migliaia di famiglie che resteranno letteralmente sul lastrico e per di più si rischia di bloccare tutte le risorse per i terremotati, mancando il denaro per erogarle: Da Roma non è arrivato, il Comune non ne ha più. Cosa deve fare un sindaco? Quanto meno rifiutare la fascia tricolore e andare a bussare al Quirinale, dicendo: “Ecco, presidente, se la riprenda: a me non serve più, sono un sindaco spogliato”. Secondo altre voci, Cialente intenderebbe dimettersi anche da vice commissario per la ricostruzione. La celebrazione di oggi è stata anche la prima uscita ufficiale del prefetto Giovanna Iurato, accanto alle altre autorità civili, religiose e militari schierate nel piazzale della Villa Comunale. (Nella foto il sindaco Cialente senza il tricolore)


02 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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