Strutture d’oro? Chiodi si sdegna e precisa


L’Aquila – Fuoco concentrico di politici e organi di stampa sulle strutture commissariali create dal presidente Chiodi, strutture d’oro secondo alcuni, con lauti stipendi per tutti e accurati inserimenti di amici e concittadini. Il presiodente Chiodi non ci sta e mette a punto una precisazione piena di smentite e di sdegno. Eccola: “Sono sconcertato dall’ennesima polemica strumentale, montata con sapienza e arte retorica encomiabile, ma destituita di ogni minimo fondamento. Sono altresì esterrefatto che tale polemica nasca nonostante un comunicato stampa dello scrivente dello scorso venerdì con cui fornivo tutti i dettagli delle neonate strutture commissariali: funzioni, composizione e remunerazioni”.
Così il Presidente della Regione – Commissario Delegato in merito ad alcuni articoli di stampa su presunti “stipendi d’oro” nelle strutture per la ricostruzione.
“Gli organi costituiti con il decreto n. 11, di fatto, lavorano dal momento del terribile terremoto.
La mia segreteria, come Commissario per la ricostruzione, gestisce, dal 1° febbraio scorso, data del passaggio di consegne dalla Protezione Civile Nazionale, una media di circa 3000 pratiche mensili, alcune delle quali di particolare delicatezza in quanto riguardano i rapporti tra struttura commissariale e gli organi centrali dello Stato. Essa inoltre funge da raccordo con i Comuni del cratere e con tutti gli altri Comuni ed Enti comunque interessati alla ricostruzione post terremoto.
Dal 6 aprile 2009 tutte le persone ad essa assegnate hanno lavorato su base volontaria, come hanno fatto molti altri dipendenti regionali e di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte.
L’impegno è stato e dovrà essere fuori dall’ordinario: poco importa se le persone chiamate a supportare il Commissario siano nate all’Aquila, ad Avezzano, a Teramo o in qualsiasi altro posto del mondo”.
Ad eccezione di alcune particolari figure professionali appartenenti alla Struttura Tecnica di Missione e alla Commissione Tecnico Scientifica, tutte le persone chiamate alle strutture emergenziali sono in “avvalimento” in favore del Commissario Delegato come dice l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 2009: ciò a significare che non sono persone neoassunte ma che già fanno parte della Regione Abruzzo, come dipendenti o collaboratori.
“E’ pertanto falso – chiarisce Chiodi – che io possa incrementare l’organico con nuove persone: la Oridnanza 3833 me lo vieta, poichè posso avvalermi solo di personale regionale”.
Tale via è stata scelta proprio per risparmiare, in quanto ad esso non può essere riconosciuto uno stipendio ulteriore, ma solo le ore di straordinario effettivamente prestato per i dipendenti non dirigenti ovvero una indennità sostituiva per i dipendenti dirigenti per i quali non è previsto il pagamento delle ore di straordinario.
“Il decreto n. 11 a differenza di tutti gli altri decreti con cui si sono costituite le altre strutture emergenziali, non prevede tali incrementi, rimettendo alla mia discrezionalità, e quindi alla mia responsabilità, la decisione di riconoscere l’attività straordinaria prestata”.
Sulle critiche relative al doppio incarico per i dirigenti delle strutture commissariali, il Presidente sottolinea che “… se avessimo dovuto seguire la preoccupazione espressa dal Consigliere regionale D’Alessandro, che si domanda se gli attuali coordinatori sono in grado di svolgere le funzioni ordinarie e quelle dell’emergenza e se davvero non vi siano altri professionisti in grado di assumere gli incarichi in questione, avremmo sì, in quel caso dovuto assumere nuovi dirigenti con costi sicuramente molto maggiori. Mi chiedo in proposito come avrebbe giudicato il “severo D’Alessandro” il fatto di vedere un responsabile della segretria del Presidente della Regione diverso dal responsabile della segreteria del Commissario Delegato per la Ricostuzione?” .
In merito ai riferiti incrementi di retribuzione dei dirigenti Chiodi evidenzia che “le percentuali riportate dalla stampa, e questa circostanza chiarisce inequivocailmete l’intento strumentale, sono sì a pagina due del decreto, ma contenute nella parte delle premesse e precedute dalla frase ‘il Commissario può’. Tale facoltà, come si evince leggendo anche il resto del decreto, non è stata esercitata”.
Il Commissario chiarisce altresì il motivo della cancellazione della norma dell’art. 3 del decreto n. 7 che prevedeva la facoltà di accesso agli atti da parte della Commissione Tecnico Scientifica.
“Il presunto ‘giallo’ può essere facilmente svelato: dopo una prima stesura abbiamo preferito eliminare tale possibiltà per la Commissione Tecnico Scientifica per due ordini di motivi: innanzitutto l’ordinanza che ne prevede la costituzione non è chiara sulla portata della relativa funzione, secondo poi la Commissione stessa, da me nominata, non avrebbe potuto svolgere serenamente (e soprattutto in modo indipendente) il compito di controllare organi che comunque al Commissario fanno riferimento. Il controllo deve necessariamente essere esercitato da un organo davvero terzo rispetto alle amministrazioni da controllare. Del resto, se avessi voluto avere le intenzioni di cui mi si accusa, non avrei emanato un decreto correttivo pubbilicato sul BURA e sul sito internet della ricostruzione”.
Infine: “leggo dalla stampa che anche il Consigliere d’Alessandro oggi è chiamato a rispondere di sprechi e privilegi. Ebbene come lui dice di puntare sulla qualità del suo staff al Gruppo consigliare che presiede, anche io, nella mia duplice veste di Presidente e di Commissario per la Ricostruzione ho la medesima aspirazione. Conseguentemente vorrei essere chiamato a rispondere delle inefficienze del mio staff, qualora in futuro ve ne fossero, e non a smentire falsità, artatamente costruite per fare polemica sui giornali, approfittando dell’ondata anti sprechi e anti casta che oggi interessa l’opinione pubblica nazionale e che non sempre, come questo caso dimostra, ha ragione d’essere”.


01 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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