Srour: patto per la ricostruzione
L’Aquila – “Un Patto che veda coinvolti da un lato l’Università, dall’altro gli Enti locali – Comuni, Provincia e Regione – e il Commissariato alla Ricostruzione”. E’ la proposta dell’assessore Provinciale alla Ricostruzione Mimmo Srour secondo il quale la chiave per affrontare i problemi relativi alla ricostruzione post terremoto è “il trasferimento della conoscenza dall’Università al territorio”. L’Università – forte della sua eccellenza nei settori dell’alta formazione, dell’innovazione e della ricerca – è il soggetto che meglio di ogni altro può fornire al territorio quel supporto tecnico-scientifico di cui ha bisogno. “Chi meglio dell’Università – spiega Srour con un esempio- può supportare fattivamente i comuni del cosiddetto ‘cratere’, ed in particolar modo i comuni più piccoli, privi come sono di strutture tecniche e di una visione complessiva del problema? Chi meglio dell’Università può assisterli nella redazione dei loro piani di ricostruzione? L’Università – prosegue – possiede le conoscenze per fare questo ed altro, può essere di grande aiuto anche nel definire le regole e i principi con i quali affrontare la fase della ricostruzione, intesa nelle sue diverse dimensioni, materiale, economica, sociale ecc.. Senza queste regole già sappiamo che saremo preda sicura degli appetiti che una ricostruzione, delle proporzioni della nostra, inevitabilmente innesca. Perché allora – si domanda l’assessore – attendere che il danno venga perpetrato? Non sarebbe meglio mettere subito l’Università al lavoro perché ci tenga al riparo da questi rischi?” Un patto simile, fu costituito a suo tempo con successo tra il territorio del Friuli e l’Università di Udine, ateneo che nel 1978 vide la luce proprio allo scopo di sostenere le amministrazioni locali nella ricostruzione dopo il terremoto del ‘76. Il segreto del successo del patto friulano fu l’escursione, la larghezza. Il patto friulano coinvolgeva realmente tutti i soggetti portatori di interesse nel quadro delle opere legate alla ricostruzione del territorio. Ad esso partecipavano le associazioni di categoria, l’Arcidiocesi, i sindacati e i Comitati. E’ questo che ha permesso in Friuli di operare con successo scelte realmente condivise sul territorio, di abbassare il tasso di conflittualità, di non arenarsi in zone paludose. “Alla luce di queste riflessioni – conclude – e sulla scorta del successo dell’esperimento friulano, invito l’Università, la Regione e il Commissariato per la Ricostruzione di ampliare il discorso già avviato e dare vita ad un tavolo di lavoro che coinvolga tutti i soggetti presenti sul territorio, mi piace citare l’A.N.C.I., ma anche l’Arcidiocesi, tutte le associazioni di categoria, Confindustria, Confartigianato, A.N.C.E., e poi gli Istituti di Credito, i Sindacati, la Camera di Commercio, tutti, fino ai Comitati. E’ questa, a mio avviso, la via verso un progetto autentico e praticabile di rinascita per L’Aquila e per la sua provincia”.
(Nella foto Col Mimmo Srour)
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