Sismi: Appennino inquieto e nuove paure
L’Aquila – Da un lettore che chiede di restare anonimo riceviamo (e conserviamo in archivio la e.mail): “Caro dott. Colacito,
i suoi articoli sono sempre molto interessanti. Danno sempre spunti di riflessione grazie al suo punto di vista a volte fuori dal coro. Mi permetto però di dissentire con alcune sue recenti affermazioni. Non mi risulta che la comunità scientifica non abbia dato allarmi prima del 6 aprile 2009. Da quello che hanno affermato numerosi ricercatori, in diversi incontri pubblici con la popolazione, anche l’INGV ha segnalato ripetutamente alla Protezione Civile, prima del 6 aprile 2009, il pericolo di una scossa distruttiva in Abruzzo (L’Aquila, Sulmona, …) … però le migliori forze della Protezione Civile erano impegnatissime nell’organizzazione di un importantissimo grande evento: il G8 alla Maddalena!
Lei che è un giornalista forse potrebbe verificare le affermazioni di questi ricercatori, magari recuperando qualche documento ufficiale inviato dall’INGV alla Protezione Civile prima del 6 aprile 2009 … anche se la vedo dura … visto il rischio che ha corso l’INGV di farsi sottrarre il controllo della rete sismica nazionale. Penso che all’INGV abbiano molta paura a mettersi contro la Protezione Civile.
Per quanto riguarda le scosse sui monti reatini non è vero che i sismologi dicono che è tutto tranquillo: è esattamente il contrario. Nei prossimi mesi o anni, la possibilità di un terremoto distruttivo nella zona tra L’Aquila e la zona di Colfiorito (terremoto umbro-marchigiano) è altamente probabile. Lo stesso dicasi per l’area di Sulmona. Questi due sono i ‘pezzi’ di penisola italiana rimasti ‘indietro’ nello spostamento dell’Appennino verso i Balcani a causa del movimento delle placche africana e eurasiatica.
Almeno questo è quello che ho capito io, che di terremoti non ho alcuna competenza.
Mi permetto quindi di chiederle di intervistare sismologi di chiara fama (per favore lasci perdere Giuliani) in modo che noi gente comune possiamo sapere davvero cosa dobbiamo aspettarci, direttamente dalla bocca di chi è più competente in materia, e non per sentito dire.
Che ne pensa? Un saluto sincero e buon lavoro”.
(Ndr) – Tenteremo di reperire i documenti di cui parla, ben sapendo che sarà impossibile proprio perchè la ricerca proverrà da un giornalista. Per avere documenti e copie bisogna: 1) pagare profumatamente; 2) essere fortemente schierati a favore di chi possiede i documenti. Comunque sappiamo, e abbiamo scritto, che qualche timore di scosse c’era, ed è naturale: se i terremoti non sono prevedibili, non è neppure prevedibile che non ce ne siano. Questo è comunemente accettato e affermato da tutti i sismologi del mondo. I rischi dell’Appennino centrale? Sicuramente ve ne sono, anche noi ne abbiamo parlato tante volte (riferendo dichiarazioni e scritti di esperti), ed è stato ripetuto anche il riferimento all’area reatino-umbra (collegata con l’alto Abruzzo sismicamente), come a quella peligno-sangrina-molisana. Del resto, basta leggere una storia sismica per averne conferma sul piano statistico. Solo statistico. Lasciar perdere Giuliani? E perchè? Da cronisti, non lasciamo perdere nessuno (purchè abbia una validità ciò che viene sostenuto) tant’è vero che pubblichiamo anche la sua lettera anonima. Una cosa che non ci piace fare, ma per stavolta chiudiamo un occhio.
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