ICI aree bianche, no di ANCE


L’Aquila – Scrive l’ANCE, associazione dei costruttori: “La recente iniziativa della Giunta comunale, contenente la proposta di assoggettare al pagamento dell’ICI i terreni “a vincolo decaduto” (destinati a verde pubblico attrezzato, a servizi pubblici o ad altro scopo sempre pubblico) dà luogo a motivate perplessità. Innanzitutto perché siamo di fronte ad una sorta di contraddizione in termini, nel senso che mentre, da un lato, e opportunamente, il Consiglio comunale vota un documento unanime per chiedere al Governo la rateizzazione dei rimborsi delle tasse, e mentre la Città chiede a gran voce la sospensione della tassazione per le imprese e per le attività artigianali e commerciali per favorire la ripresa della disastrosa e riconosciuta situazione economica di L’Aquila, dall’altro la Giunta comunale decide di imporre ai propri cittadini una tassa in più.
Si va perciò profilando una questione particolarmente complessa e delicata, tanto vero che la prima reazione negativa proviene dall’ottava Circoscrizione comunale. Pur consapevole che la situazione delle casse comunali è difficilissima per quanto è accaduto a seguito del terremoto del 6 aprile 2009, anche Ance L’Aquila si vede costretta a puntualizzare che la richiamata delibera comunale produrrà solo effetti negativi sull’economia cittadina.
Inoltre l’applicazione della tassazione ICI sulle predette aree, definite impropriamente “aree bianche” è di per se controversa, stando anche a recenti pronunciamenti del TAR che (dopo aver ritenuto il Comune inadempiente) sta nominando decine di Commissari ad acta per diverse zone della città. I quali commissari, per alcuni casi, hanno già “normato urbanisticamente”. Per di più l’onere delle competenze professionali è stato posto a carico dell’amministrazione comunale.
La riflessione sulla non applicazione dell’ICI sulle “aree bianche” porta a riconsiderare la mancata predisposizione del nuovo PRG (o di altri strumenti urbanistici più moderni) attesa da anni. Sono cinque milioni di metri quadri le superfici il cui vincolo urbanistico (previsto nel piano regolatore del 1978) è decaduto, e per le quali il Comune tarda nell’individuazione di una nuova destinazione d’uso.
Non può quindi l’Amministrazione comunale rimediare a tale mancanza reiterando all’infinito il vincolo quinquennale sulle predette aree senza realizzarvi i servizi e impedendo comunque al proprietario di poterne disporre secondo le disposizioni urbanistiche vigenti. L’anacronismo sta dunque nel fatto che mentre i vincoli comunali scadono e vengono illegittimamente riproposti, il proprietario non può disporre di un bene patrimoniale. Però il Comune trova il modo di assoggettare quelle stesse aree a tassazione ICI.
Ance-L’Aquila invita pertanto il Comune di L’Aquila a considerare (anche in base alla giurisprudenza costante) che il decorso infruttuoso del quinquennio comporta l’immediata cessazione dell’efficacia dei vincoli urbanistici, non semplicemente della loro esecutorietà, bensì della loro stessa esistenza quale previsione urbanistica, con la conseguenza della necessaria riespansione delle ordinarie facoltà dominicali di utilizzazione del bene da parte del titolare. Ma non imponendo l’ICI su aree indisponibili per il proprietario, e non utilizzate dal Comune che tuttavia continua a vincolarle”.


27 Maggio 2010

Categoria : Cronaca
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