Parte per militare, Teleponte lo licenzia
Pescara – “Il licenziamento in tronco di un collega a pochi giorni dal richiamo sotto le armi sarebbe di per se’ atto da censurare, per i modi, per i tempi, per la violazione di ogni tutela di legge. Ma quel che e’ successo a Patrizio Visentin, redattore storico dell’emittente televisiva teramana Teleponte, diventa oggettivamente odioso se si considera che Visentin perde il lavoro perche’ impegnato in una missione di pace in Libano”. Lo dice l’Associazione stampa abruzzese che esprime, in una nota, il piu’ profondo sconcerto anche per il singolare meccanismo messo in atto per dare una parvenza di legittimita’ al licenziamento. L’amministrazione di Teleponte parla di “contingenti difficolta’ economiche” dando cosi’ corpo ad un caso unico e – crediamo – irripetibile nella storia sindacale. Il licenziamento in tronco per “contingenti difficolta’ economiche” di un dipendente a costo zero! Il collega Visentin, annunciando all’azienda il suo richiamo alle armi, chiedeva l’aspettativa non retribuita, (cioe’ senza stipendio, ne’ altri oneri previdenziali ed assistenziali ) per la durata di sei mesi, termine espressamente previsto dal contratto di lavoro. L’amministrazione di Teleponte, avrebbe dovuto semplicemente prenderne atto e sospendere dai libri contabili, per i prossimi sei mesi, ogni onere riconducibile al redattore Visentin. E, invece, lo ha licenziato in tronco per “contingenti difficolta’ economiche”. L’associazione stampa abruzzese, nel respingere questo inaccettabile provvedimento, si impegna a sostenere il collega Visentin in ogni sede ed auspica, nel contempo, che la proprieta’ di Teleponte valuti l’opportunita’ di recedere da una decisione intollerabile.
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