Cellula sintetica: prudenza nella chiesa – Di Stanislao: “La cellula che salverà l’ambiente?”
Chieti – La scienza va avanti a passi da gigante, e restano i dubbi – che pedurano da sempre – sui confini tra ciò che è possibile realizzare e l’etica. Sulla parola creazione, che del resto non è neppure un termine scientifico, perchè neppure l’Universo del big bang secondo la fisica quantistica proviene dal nulla. Dubbi che travagliano anche parte del mondo scientifico, oltre che gli uomini di chiesa, tra i quali particolarmente sensibile al quesito fu papa Giovanni Paolo II. Dall’America sono giunte ieri notizie straordinarie sulla cellula artificiale, che potrà dare grandi risultati anche nella medicina. Ma gli uomini di chiesa restano perplessi. ”La preoccupazione si riassume in una domanda: cio’ che sara’ scientificamente possibile sara’ anche eticamente giusto?”. Se lo chiede mons. Bruno Forte, teologo e arcivescovo di Chieti-Vasto, di fronte all’annuncio di Craig Venter, lo scienziato che per primo ha sequenziato il genoma umano, di aver creato una cellula sintetica in laboratorio. La risposta, spiega mons. Forte in un’intervista al Corriere della Sera, sta ”nel parametro che unisce tutti, non solo i cristiani: la dignita’ della persona umana”. ”Con buona pace di chi pensa che sia pregiudizialmente negativo, l’atteggiamento di fondo della Chiesa e’ di attenzione e simpatia”, soprattutto perche’, sottolinea il teologo, ”la prima cosa e’ l’ammirazione per le capacita’ dell’intelligenza umana”. Sarebbe sbagliato dire, cosa per altro mai affermato dallo scienziato, che Venter ha ‘creato la vita’: ”In casi simili – spiega mons. Forte – il termine ‘creazione’ e’ usato nell’accezione comune, non certo teologica. Il senso teologico e’ tutt’altro: la creazione e’ cio’ che avviene dal nulla. E l’uomo questo non lo fa: parte sempre da qualcosa che c’e”’. ”Io – conclude il teologo – distinguo sempre tra scienza e scientismo, la pretesa alienante di voler tutto risolvere e spiegare”. (Nelle foto mons. Bruno Forte, teologo vescovo Chieti-Vasto, e lo scienziato Craig)
LA CELLULA CHE POTRA’ SALVARE L’AMBIENTE
di Carlo Di Stanislao
Craig Venter, lo scienziato che ha “sfidato” il Progetto genoma nella corsa al sequenziamento del nostro Dna, è arrivato per primo, con il suo gruppo dell’Università di California, ha “costrure” la prima cellula artificiale: un micoplasma con un solo cromosoma di un milione di basi, interamente sintetico, costruita con quattro bottiglie di composti chimici, su un sintetizzatore a partire da informazioni eleborate al computer. Il primo passo, nel 2007, era stato la costruzione di un Dna sintetico; quindi nel 2009 sempre il gruppo di Venter aveva eseguito con successo il primo trapianto di genoma da un batterio a un altro. Adesso è ancora lo stesso gruppo, coordinato da Daniel Gibson, ad aver combinato i due risultati e aver assemblato la prima cellula sintetica. Gli scienziati puntano adesso a “disegnare” alghe salva-ambiente in grado di catturare anidride carbonica e stanno lavorando a nuovi metodi per velocizzare la produzione di vaccini. Secondo Venter, le potenzialità d’applicazione dei risultati ottenuti sono enormi. Si potrebbero ottenere nuove sostanze chimiche, ingredienti alimentari, strumenti per la pulizia delle acque. La cellula artificiale, sottolinea, “è uno strumento davvero potente per provare a far fare alla biologia quello che vogliamo”. In termini di rapporto dell’uomo con la natura – commenta l’autorevole settimanale britannico Economist – potrebbe essere per il XXI secolo quello che la bomba atomica è stata per il XX. Nel breve periodo si può già immaginare che la biologia sintetica contribuirà a produrre medicinali migliori, raccolti più consistenti e carburanti meno inquinanti. Nel lungo periodo, i limiti saranno la fantasia e l’etica. Ci vorrà molto tempo prima che si arrivi a progettare della forme di vita su un computer portatile ma, scrive l’Economist, è inevitabile che prima o poi succeda. Per due motivi: la straordinaria rapidità, e il calo dei costi nell’analizzare le sequenze di Dna e nell’ottenere Dna sintetico.
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