Nuovi aeroporti in Italia? Non servono.


Roma – Doccia fredda dal Presidente dell’Enac, Ente Nazionale per l’Avizione Civile, Vito Riggio, sulle aspirazioni dei nuovi aeroporti italiani fra cui quello dei Parchi. Il Presidente Riggio, alla presentazione del rapporto nazionale 2009 del trasporto aereo, ha dichiarato che l’Italia non ha bisogno di nuovi aeroporti. Riggio ha precisato che nel prossimo decennio sono previsti 10 miliardi a livello nazionale, fondi che per essere utilizzati dai gestori hanno bisogno di uno sblocco delle tariffe. A detta di Riggio, in dieci anni, lo Stato centrale non ha investito un euro sugli aeroporti e gli investimenti sono stati fatti tutti dalle società di gestione. Finita la festa e l’euforia post terremoto l’aeroporto dell’Aquila sembra essere un vecchio set cinematografico dove sono passati degli aerei solo per il ciack delle scene di un film, ma che ora, a 12 mesi dal G8, se si toglie la strada di accesso e i due cancelli di accesso alla pista, non ha nulla di utile al suo interno per rendere operativo un vero aeroporto. Forse sarebbe utile capire quanti milioni di euro si sono investiti per l’aeroporto e come si sono utilizzati i fondi. Poi bisognerebbe rispondere ad alcune domande tenendo ben presente che si sono investiti dei milioni della Protezione Civile sullo scalo e che si parlava di milioni di Euro pronti per essere spesi già prima del terremoto di fonte regionale. In un’ottica di sviluppo di lungo termine, come mai non si è provveduto ad allungare la pista di almeno 500 metri? Come mai non si sono costruite delle strutture utili per il check in dei passeggeri e per ospitare dei servizi minimi necessari per un futuro uso commerciale dell’aeroporto? Come mai il Comune dell’Aquila, nonostante le previsioni del nostro giornale, non ha fatto nulla per impedire che si investissero dei capitali per strutture usa e getta all’interno dell’aeroporto in occasione del G8? Come mai il bando di gestione dell’aeroporto prevedeva una durata transitoria di soli 6 mesi? Considerando la durata di 6 mesi transitori previsti nel bando si presume che ci sia una strategia a monte ben chiara nelle teste di pochi ma non comunicata alla comunità dell’Aquila. Considerando che a breve termine l’aeroporto potrà essere l’unica infrastruttura utile per collegare L’Aquila con il resto d’Italia non si ritiene di dover comunicare ai cittadini dell’Aquila qualcosa? Considerando che l’emergenza è ormai passata si può sapere in dettaglio cosa sta facendo la società di gestione transitoria all’interno dell’aeroporto? Per finire, invece di pensare a dare le cittadinanze onorarie, e offuscare la triste realtà, i delegati dai cittadini al comune, alla provincia ed alla regione non ritengono di dover esprimere dei pensieri? Se non possono o non sono in grado di esprimersi forse dovrebbero fare del bene a se stessi e ai propri concittadini mettendosi da parte senza sperare che il tempo faccia il suo corso e ci si dimentichi dei loro annosi malaffari. A voi le considerazioni del caso.


20 Maggio 2010

Categoria : Cronaca
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