Luci sismiche, EQL: ce ne furono anche nell’aprile 2009, se ne parla da secoli


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Luci sismiche, EQL nel mondo scientifico (earth quaker lights). Tornano improvvisamente in evidenza, grazie ad uno studio dovuto ad un ricercatore di Perugia, del quale abbiamo pubblicato un articolo. Ne parlano fior di riviste scientifiche.
TESTIMONI OCULARI – Abbiamo rintracciato anche noi dei testimoni oculari: due donne e un uomo. Racconta una signora le cui finestre davano verso Monteluco: “La sera del 5 aprile sul tardi, tra le due scosse premonitrici più forti, vidi chiaramente insieme con mio marito un vivido lampo di luce, tanto intenso che penetrò attraverso le tapparelle semiabbassate. Illuminò il cielo dal lato di Monteluco”. Colore? “Non bianco, ma piuttosto simile a quello del fuoco”.
Un ‘altra teste: “Nel pomeriggio del 5 aprile verso il tramonto il cielo e l’atmosfera bassa erano rossastri, c’era una specie di nebbiolina insolita. Il rossore era più accentuato nella Valle dell’Aterno”.
SI PENSAVA A TEMPORALI – Un terzo testimone: “Da tempo si vedevano bagliori e lampeggiamenti in cielo, dopo il tramonto. Da settimane. Si pensava sempre a temporali, anche quando il cielo era sereno. E a Paganica si sentivano cupi brontolii sotterranei”. Trascuriamo le storie di fuochi e luci segnalati da tante persone in tutto l’Aquilano, non avendone testimonianza diretta. Dopo 13 mesi, comunque, si svelano dettagli ed episodi trascurati. Perché furono trascurati? Perché il mondo scientifico e le istituzioni non tennero conto di questi fenomeni?
IGNORANZA O COLPA? – Oggi bisognerebbe rispondere: o per ignoranza, o per colpa. Esattamente come avvenne per altri precursori sismici, studiati da esperti non creduti, o peggio emarginati e addirittura insultati, come è capitato a Giampaolo Giuliani. Le luci sismiche non sono un’invenzione o una esagerazione, o peggio un abbaglio.
Consultando a volo d’uccello l’abbondante letteratura in materia, si scopre che l’argomento è antichissimo: risale agli egizi. Eanche molto… affollato.
DAGLI EGIZI IN POI – Lo trattano Plinio il Vecchio e Tacito, cronisti del primo e del tardo Medio Evo, storici rinascimentali. Il sismologo Mercalli. Se ne occupa persino Kant. Nel grande terremoto di Lisbona se ne parlò e se ne scrisse molto, come in terremoti avvenuti in Spagna (Andalusia) nel 1884, e in altri in Perù, Cile, Giappone.
NEL 1703 – Nel disastroso terremoto aquilano (o meglio tra Norcia e L’Aquila, febbraio 1703), vennero viste (e raccontate) fiamme e fiammelle, fumi sulfurei ed emersioni bituminose dal suolo, la risalita delle acque nei pozzi, la comparsa di sorgenti sulfuree. Ma soprattutto luci e lampi. Come fu riferito che avvenne anche nel terremoto L’Aquila-Campobasso del 1892.
Lo studioso Massimo Silvestri ha messo a disposizione su Internet un copioso materiale in materia, ricordando che il primo ad occuparsi di luci sismiche fu il sacerdote e scienziato ottocentesco.
150 TESTIMONIANZE – Si chiamava Ignazio Galli. Raccolse quasi 150 accurate testimonianze. Se ne può dedurre che i fenomeni (scientificamente spiegabili all’80%) sono luci e bagliori diffusi e istantanei, luci e bagliori persistenti, fiamme e nebbie rossastre, globi di luce, “travi luminose”, colonne di fuoco e “trombe di luce”. Forse immagini illusorie dovute alle diverse prospettive, ma sicuramente fenomeni luminosi reali.
ELETTRICITA’ E ULTRASUONI – Le spiegazioni scientifiche fanno pensare a fenomeni elettrici, generati dallo sconvolgimento tettonico, dai movimenti sotterranei che precedono l’evento sismico. C’è chi parla anche di ultrasuoni originati dal sottosuolo, e quindi di onde sismiche che coinvolgono anche lo strato atmosferico sovrastante il suolo, provocando scariche elettriche. Plausibile. Gli studiosi sono comunque all’opera, non solo in Italia, ma anche in altri paesi.
APRILE 2009 – A L’Aquila, nell’aprile 2009, e lungo l’Appennino, si ebbero comunque luci sismiche prima e dopo il 6 aprile. Perché la popolazione non fu correttamente informata, senza allarmismi, ma con argomenti scientificamente validi, che avrebbero potuto convincere molti a non credere agli sconsiderati ottimismi sul rischio? Un credito degli aquilani nei confronti di scienziati, apparati protettivi, autorità e istituzioni. Peccato che in 308 non possano sperare di incassarlo.
(Nelle foto due EQL, luci sismiche, sottoforma di aree luminose e rossori. Immagini del 1966 pubblicate da Massimo Silvestri)


20 Maggio 2010

Categoria : Scienze
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