L’opinione – Giro di sentenze
(di Carlo Di Stanislao) – Amnesty international ha definito, già nel 2002, quanto accaduto a Genova: “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”.
In questi anni il comitato Verità e giustizia per Genovesi, si è battuto con forza per una commissione di inchiesta per i fatti del G8, per l’introduzione del reato di tortura, per il riconoscimento tramite codici visibili sulle divise degli agenti impiegati in servizio di ordine pubblico. Nulla è stato fatto e nulla sembrava cambiato, fino alla sentenza di ieri, da Genova e da Napoli 2001. Ma, dopo 11 ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello di Genova ha ribaltato il verdetto di 1° grado sui fatti del G8 e condannato venticinque (su ventisette) esponenti della polizia per falso ideologico e lesioni gravi, per l’irruzione nella scuola Diaz. In primo grado erano stati condannati solo i 13 autori materiali dei pestaggi, per un totale di 35 anni e 7 mesi, mentre altre 16 persone erano state assolte. La terza sezione penale della Corte d’Appello ha inflitto la pena più pesante a Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, mentre l’ex vicequestore Michelangelo Fournier e Luigi Fazio sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione. Pena aumentata, da tre anni a tre anni e nove mesi, per il vicequestore Pietro Troiani, ritenuto responsabile del trasbordo all’interno della scuola genovese delle bottiglie molotov per le quali erano stati incriminati i no global accampati alla Diaz. Tre anni e otto mesi sono stati inflitti a Spartcao Mortola, all’epoca dei fatti dirigente della Digos del capoluogo ligure e oggi vicequestore vicario a Torino. Il procuratore generale Pio Machiavello avevo chiesto pene per oltre 110 anni di carcere per tutti i 27 imputati, chiedendo, inoltre, l’esclusione della concessione delle attenuanti generiche. Complessivamente la Corte d’appello genovese ha emesso condanne per quasi un secolo nei confronti di venticinque dei ventisette imputati. La sentenza di ieri sera riconosce le responsabilità dei vertici della Polizia a differenza della pronuncia emessa in primo grado, nel novembre del 2008, che aveva concentrato le condanne sui funzionari e gli agenti che avevano partecipato all’irruzione nella scuola genovese. La sentenza per la Diaz segue a pochi mesi di distanza un’altra sentenza d’appello, quella per le violenze commesse alla caserma di Bolzaneto, che ha anch’essa ribaltato il giudizio di primo grado, riconoscendo colpevoli gli imputati, anche se per la maggior parte di essi i reati erano caduti in prescrizione. In questi ultimi mesi, purtroppo, siamo stati tutti testimoni, tramite i media, di scene di pestaggi da parte di appartenenti alle forze di sicurezza ai danni di malcapitati, in alcuni casi deceduti. Dopo una partita di calcio, nelle patrie galere, nei commissariati, nelle caserme. La sentenza di Genova lascia credere in uno Stato ancora sano, capace di fare chiarezza e giustizia, sempre ed in ogni caso.
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