Criccòpoli e la Congregazione vaticana


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Cosa dovrebbe pensare un cittadino, a maggior ragione se vive (o tenta di vivere) nel cratere sismico, dove trovare una casa è impresa da super-raccomandati, e pagare un fitto da super-ricchi? Cosa dovrebbero pensare, ad esempio, gli inquilini delle case ATER danneggiate, per le quali il tempo trascorre inutilmente e non si muove paglia? Se ha letto attentamente i giornali, molte brutte cose. E poi dovrebbe risvegliarsi dal pessimismo e concludere: suvvia, siamo in Italia! Qui tutto può succedere, ed è sempre successo, mentre le varie procure tentano di venire a capo di indistricabili connessioni tra poteri forti, centri finanziari, potentissimi politicanti, affaristi, tangentari, corrotti, imbroglioni di ogni risma e persino l’ombra del Vaticano. La Congregazione Propaganda Fide, infatti, è il Vaticano. Leggiamo la sua definizione: “Dicastero (Congregazione) della Santa Sede fondato nel 1622 da Papa Gregorio XV con il duplice scopo di diffondere il cristianesimo nelle zone dove ancora l’annuncio cristiano non era giunto e difendere il patrimonio della fede nei luoghi dove l’eresia aveva messo in discussione la genuinità della fede. Propaganda Fide era dunque, in pratica, la Congregazione alla quale era riservato il compito di organizzare tutta l’attività missionaria della Chiesa. Per disposizione di Giovanni Paolo II, (al fine di rendere più espliciti i suoi compiti) dal 1988 la primitiva Propaganda Fide, si chiama “Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli”.
La definizione ufficiale è incompleta, perchè omette di ricordare che la C.P.F. è anche titolare di un ingentissimo patrimonio immobiliare di gran pregio, raffinati ed eleganti palazzi dislocati nel cuore di Roma (e non solo), tipo via Gregoriana, via Sistina, via della Vite, via della Mercede, salita San Sebastianello, Trinità dei Monti. La Roma d’oro e dei potenti, dei ricchi a dismisura, di quelli che contano e abitano di lusso. E chi era uno dei maggiori esponenti della C.P.F.? Forse lo sapete, forse non ci avete fatto caso: era Angelo Balducci, Gentiluomo di Sua Santità, ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Legato al costruttore, imprenditore e affarista Diego Anemone. L’uomo che, a detta di Guido Bertolaso, dopo il sisma “venne a L’Aquila diverse volte”, o secondo l’ing. Marchetti, responsabile della protezione dei beni monumentali nella ricostruzione dell’Aquila, “non venne mai”, almeno per quanto dice di saperne lui. Che è inquilino di un appartamento della Congregazione Propaganda Fide, per il quale dice di pagare un fitto di oltre 1.700 euro mensili. Bella somma, per un fitto, anche se si tratta di alloggi di grande pregio, prestigio e lusso, dicevamo nel cuore della Roma che conta: presso piazza Navona. Diamine, chi conta mica abita al Tufello.
Marchetti si sbraccia nelle interviste a precisare che lui ebbe lavori (da un’impresa di Anemone?) per 20.000 euro e li pagò euro su euro. Se lo dice, sarà così, non c’è motivo di dubitarne. Magari vorranno esserne certi anche i magistrati delle procure di Firenze e Perugia che si apprestano a sentire tutti i 400 inclusi della “lista Anemone”.
Molti di costoro potranno sicuramente spiegare che con criccopoli non c’entrano, che pagano fitti e altro, che sono virtuosi inquilini della Congregazione e che non hanno avuto piaceri e versamenti di denaro a loro insaputa, come con sgomento – c’è da capirlo – ha sostenuto l’ex ministro Scialoja. Qualcuno pagava per lui senza neppure farglielo sapere. Quando uno nasce fortunato, altro che con la camicia: con 900.000 euro pagati generosamente da munificenti e silenziosi nababbi.
Ci sarebbe da chiedersi perchè mai uno paga fitti tanto cari, anzichè comperarsi una casa: forse una prospettiva, una cosa possibile in seguito. A condizioni vantaggiose, si capisce. La Congregazione sa voler bene a chi dice lei.
In questa Italia criccopolara e lussureggiante, locupletale e satrapica, c’è il ritratto di una realtà da basso impero, in cui il Vaticano – come accadde anche in altri momenti, ricordate lo Ior e Marcinkus? – è melanconicamente coprotagonista. Che i vertici lo sappiano o no. Un Vaticano proprietario di case lussuose nella Roma decadente è coerente con l’opinione che i realisti hanno del mondo e della vita. Ma riesce, comunque, a stupire e lasciare l’amaro in bocca. In fondo quello che rideva la notte del terremoto forse non era l’unico a farlo: altri lo aveva fatto prima e da sempre. Senza terremoto: ridevano da sempre. Milioni di altri italiani, invece, piangevano da precari, disoccupati, inoccupati, licenziati, sfrattati, ridotti alla mensa della carità. O della Caritas, per fortuna anch’essa volto di una classe religiosa che non sa soltanto fare affari d’oro, ma anche dedl bene.


18 Maggio 2010

Categoria : Cronaca
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