SEL su legge intercettazioni
L’Aquila – (di Carlo Leoni, responsabile giustizia di Sinistra Ecologia Libertà, SEL) – Ieri notte, in Commissione Giustizia al Senato è passata, con un emendamento del Governo, la totale riscrittura delle regole che riguardano le intercettazioni telefoniche e ambientali. D’ora in poi, se questa norma sarà approvata anche dall’aula del Senato e poi in terza lettura dalla Camera, sarà molto più difficile per gli inquirenti usare questo strumento di indagine indispensabile per perseguire i reati, soprattutto quelli più gravi.
Secondo le nuove disposizioni per attivare gli ascolti saranno necessari, come è già oggi, i “gravi indizi di reato” ma correlati, a differenza della normativa odierna, con “specifici atti di indagine” che provino la responsabilità dell’indagato. Come se non bastasse si pone un rigido limite temporale alle intercettazioni che non potranno superare i 75 giorni, anche se ne dovessero servirne altri ancora per l’accertamento del reato.
Non sarà più il Gip ma tre giudici del capoluogo distrettuale a rispondere alla richiesta del pubblico ministero. Infine niente tabulati e niente microspie a meno che il giudice non sia certo che in quell’ambiente si sia consumato o stia per consumarsi un delitto.
Come si vede sono norme capestro che non c’entrano nulla con la tutela della privacy ma puntano soltanto a comprimere, fino a renderlo inutilizzabile, uno strumento di indagine senza il quale sarà praticamente impossibile perseguire i reati più gravi e, non è certo un caso, quelli commessi dai “colletti bianchi”.
E’ stato già ricordato che senza le intercettazioni nulla si saprebbe di tutta la ragnatela di corruzione che sta venendo a galla in questi giorni e che colpisce uomini vicinissimi al Presidente del Consiglio. Questa legge serve dunque a raggiungere due obiettivi : colpire la libertà di informazione e aiutare corrotti e grandi criminali. C’è ancora tempo per fermarla.
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