L’intervista – Istruzioni… per un futuro migliore e la “politica del fare”


Montesilvano – (di Maria Orlandi) InAbruzzo.com ha realizzato una breve intervista al consigliere comunale Paolo Cilli, eletto nel giugno 2007 nel gruppo consiliare misto e passato il 12 aprile scorso al Pdl, per aderire alla “politica del fare” contro una paralizzante e sterile politica del dire. Ingegnere, classe 1979, Cilli è una giovane speranza della politica locale e un professionista stimato nel settore edile, con le idee chiare sul futuro della sua città e la consapevolezza delle difficoltà legate al territorio.

- Consigliere, è recente il suo passaggio, in Comune, dal gruppo misto al Pdl? Può spiegare le ragioni di questa transizione?

«Come ho chiarito in conferenza stampa, ho aderito al PDL perché riconosco in tale partito la capacità del fare, mentre vedo la coalizione di centro sinistra come un insieme di partiti del dire. Soprattutto a livello extra comunale abbiamo assistito in questi anni ad alternarsi di governi, nella fattispecie governi Prodi e governi Berlusconi, con il primo abbiamo visto solo teatrini interni alle maggioranze, supportati da giochi di potere e poltrone. Con questo non voglio dire che le dialettiche interne ai partiti o alle coalizioni siano da emarginare o siano infruttuose, anzi, le reputo indispensabili ma solo se costruttive e volte al miglioramento o al normale confronto politico su temi specifici; le reputo dannose se meramente strumentali come troppo spesso accade nei governi di centro sinistra. Il centro sinistra interpreta una politica non riformista e mai propositiva, volta esclusivamente allo scontro politico e troppo spesso personale con Berlusconi. Nel ventunesimo secolo è assolutamente inverosimile continuare a fare della politica classista: i governi devono servire i cittadini, siano essi dipendenti o imprenditori. Vediamo quotidianamente politici di sinistra che si recano a portare conforto ai lavoratori in cassa integrazione, pronti a schierarsi contro l’azienda, ma senza mai cercare soluzioni concrete che mettano le imprese in condizione di lavorare ed essere competitive nel mercato globale e quindi, di conseguenza, tutelare il posto di lavoro dei propri dipendenti. Mi riferisco in maggior modo alle piccole e medie imprese che risultano essere il vero motore trainante di questo stato, ma che spesso sono trascurate. Riassumendo: i dipendenti vanno tutelati ad ogni costo, ma va salvaguardata a monte anche l’azienda in maniera che non richieda mai la tutela per i propri dipendenti».

- Cosa intende per “politica del fare”? Quali sono le azioni che vuole promuovere con il suo gruppo sul territorio comunale?

«La politica del fare è quella che agisce, vedi la soluzione del pattume risolta a Napoli, la costruzione dei moduli abitativi a L’Aquila, la escalation della lotta alle grandi organizzazioni criminali, le progettazioni e le realizzazioni dei grandi corridoi europei per la mobilità su rotaia e autostrada: tutte opere risolte dal centro destra.
Le azioni da intraprendere sul territorio sono molteplici, e penso alla necessità di migliorare la rete della viabilità, che penalizza le aziende presenti nel nostro comune: realizzazione della strada Lungofiume fino a Cappelle sul Tavo, realizzazione della parallela alla via Vestina lato collina e realizzazione immediata della Via Saragat, già in parte finanziata.
Lo sviluppo concreto del turismo, non solo estivo, ma anche congressuale sfruttando appieno il palacongressi esistente e turismo gastronomico e religioso, vista la posizione baricentrica della nostra città rispetto ai poli religiosi presenti nella regione: San Gabriele, Miracolo Eucaristico di Lanciano, Volto Santo di Manoppello e ancora il Beato Nunzio.
Sviluppo dell’area artigianale attraverso la realizzazione delle infrastrutture necessarie.
Realizzazione aree attrezzate per il verde e per lo sport in ogni quartiere.
Abbassamento drastico delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti».

- La percentuale di stranieri nel comune di Montesilvano è sempre molto elevata, quali iniziative intende porre in atto l’amministrazione per promuoverne l’integrazione? A tal riguardo, ci sono dei progetti riguardanti l’ambito scolastico?

«In effetti a Montesilvano esistono diverse realtà di stranieri. A parte la popolazione rumena che per lo più non conta la presenza di figli e famiglie, ma singole persone e soprattutto donne; stesso discorso vale per le gli africani presenti in città. Le famiglie che quindi cercano integrazione in città, sono quelle arrivate dalla ex Jugoslavia o dall’Albania, oltre alle popolazioni rom che si sono stabilite in questa città da molti anni. Non esistono progetti concreti comunali per l’integrazione, penso che su questo tema non ci siano grandi problemi di integrazione. Unico caso di mancanza totale di integrazione è nei confronti delle popolazioni rom, ma questo è un tema non legato alle differenze culturali o ideologiche, ma ad un diverso modo di interpretare la vita. Migliorare la convivenza si potrebbe attraverso lo scambio culturale di informazioni tra le diverse realtà culturali». (Nella foto Paolo Cilli)


17 Maggio 2010

Categoria : Le Interviste
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