Sindone e Volto Santo, lo stesso uomo?
Manoppello – La Sindone di Torino non e’ l’unica testimonianza del volto di Gesu’. Esiste un altro telo, noto come il ‘Volto Santo’, custodito ed esposto a Manoppello, in Abruzzo, ed e’ perfettamente sovrapponibile al volto dell’uomo della Sindone. Una storia poco conosciuta che Saverio Gaeta ripercorre nel suo ultimo libro scritto per la Rizzoli ”L’enigma del volto di Gesu”’. Si tratta di due importanti reliquie che ”non sono in opposizione ma sono contigue, complementari, che si avvalorano l’una rispetto all’altra”, spiega all’ADNKRONOS l’autore che aggiunge: ”Giovanni nel Vangelo racconta che c’era un sudario, un velo sopra il volto di Gesu’ al di sopra della Sindone. Ecco, la mia opinione, e non solo la mia, e’ che questo velo che sta a Manoppello sia proprio quel velo”. “Cioe’ quel velo che e’ rimasto miracolosamente impresso da una energia soprannaturale nel momento in cui Cristo e’ risorto. La Sindone – sottolinea – e’ in qualche modo il segno del morto, per dirci che Cristo e’ veramente morto; il velo di Manoppello e’ il segno del risorto con gli occhi aperti per dirci che Cristo e’ veramente risorto”.
”Sono andato a Manoppello un po’ di anni fa – racconta Gaeta – non sapevo assolutamente nulla di questa storia ma mi sono innamorato nel vedere questo volto che ti guarda negli occhi. Sali dietro l’altare maggiore di questo santuario e vedi questo volto trasparente, impossibile da realizzare almeno con le nostre tecniche attuali e quindi ti chiedi che sara’ mai? Per me e’ stata una storia di scoperta, una esplorazione. E’ stato il tentativo di dimostrare grazie all’aiuto di esperti, scienziati e studiosi, che questo velo non ha una spiegazione scientifica e quindi ho cercato di capire storicamente come e’ stato portato li”’. Da qui inizia un vero e proprio thriller. Il velo arriva a Roma, a san Pietro da Costantinopoli, e solo nel 1300 viene esposto durante il primo Giubileo. Ma nel 1527 con il drammatico sacco di Roma il velo scompare, viene rubato, e probabilmente viene portato in Abruzzo da quello che era il capo dell’esercito che teneva sotto assedio il Papa a Castel Sant’Angelo. Quello che sappiamo per certo e’ che nel 1628 viene consegnato di fatto ai cappuccini della provincia chietina che cominciano a costruire un santuario per tenere in custodia il Velo e dove ancora, da circa cinquecento anni, e’ esposto costantemente.
Se n’e’ parlato poco perche’ il Papa non poteva ammettere la sparizione del velo altrimenti non sarebbero mai arrivati a Roma i ‘romei’ e quindi le loro offerte non avrebbero contribuito alla realizzazione della Basilica di San Pietro. D’altra parte i cappuccini di Manoppello, avevano paura di far sapere che ne erano in possesso temendo che il papa se lo sarebbe andato a riprendere. Il silenzio si e’ perpetuato nel corso del tempo. Solo dopo il viaggio del Papa nel santuario abruzzese nel 2006 si e’ iniziato a parlare del Volto Santo.
(Nelle foto la facciata del santuario di Manoppello e un’immagine del Volto Santo)
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