Ospedale, facile ottimismo e dubbi sui costi

L’Aquila – Il dr. Giovanni Farello ha inviato al Messaggero e agli altri organi di stampa per conoscenza la seguente lettera: “Le ottimistiche dichiarazioni che l’Ing. Tursini e lo staff dirigenziale della A.S.L. hanno rilasciato al vostro giornale circa un immediato ripristino di alcune strutture del San Salvatore mi lasciano – e non penso di essere il solo – alquanto perplesso.
Per far sì che entro il 30 settembre possa tornare operativa la struttura ospedaliera tranne alcune sale operatorie bisogna dare per scontato che la terra smetta di tremare (e non è prevedibile) che si documenti con certezza che non ci siano danni strutturali (ma siamo certi che il resto del San Salvatore sia costruito meglio di quella parte in cui 12 colonne portanti si sono “aperte a libretto”?) che si accetti di rientrare in una struttura che NON è costruita secondo la moderna tecnologia antisismica.
Non sono un tecnico, certamente, ma il buon senso farebbe sì che di fronte a tutte questi interrogativi si facciano scelte coraggiose e definitive nel nome di quell’assunzione di responsabilità che non sembra ci sia stata negli ultimi 30 anni.
Tutti gli operatori sanitari del San Salvatore conoscono perfettamente le carenze dell’Ospedale e di certo il suo ripristino non potrà eliminarle, anzi le vedrà accentuate e pochi si sentiranno garantiti di lavorare in sicurezza.
Se veramente c’è la volontà di tornare a volare si abbia il coraggio di ripartire da zero : un nuovo Ospedale tarato su esigenza reali e non quelle di 30 anni fa, costruito secondo le più moderne tecniche antisismiche, si inizi subito la progettazione seguendo anche le indicazioni di Gino Strada, i fondi ci sono, l’ENPAM ha dato la sua disponibilità.
Rabberciare il San Salvatore significherebbe perdere un’occasione importante per dimostrare che il tempo della superficialità, degli appalti truccati, della disonestà intellettuale è finito. Una domanda all’Ing. Tursini : quanto costerà ripristinare il San Salvatore?”.