Roseto, Premio Fava ed emozione


Roseto – (di Ugo Centi, da Controliseo) – I giovani, i giovani e ancora loro: le ragazzi ed i ragazzi delle scuole di Roseto e non solo. Sono stati i veri protagonisti del 1° premio nazionale “Giuseppe Fava”, per il giornalismo e la democrazia. Ma per la mattinata conclusiva del Premio, oltre agli eccezionali ospiti premiati, e presenti praticamente tutti personalmente (i cui nomi potete leggere anche nel link sul nostro sito www.controaliseo.it), c’era un altro invitato eccellente; un invitato invisibile ma inconfondibile: l’emozione.
Un’ emozione che ti prendeva già sulla piazza della Repubblica, sotto il municipio di Roseto, guardando i poster sul terremoto dell’Aquila. Autore, uno dei premiati, l’aquilano Massimo Romcati,di cui si era già visto il documentario nel giorno d’apertura. E sì, perché d’ora in avanti, ha assicurato Leo Nodali, della associazione “Società civile” organizzatrice dell’evento promosso dai comuni di Roseto Giulianova e Pineto; d’ora in avanti ha dunque detto nel dare appuntamento in ottobre per il “Premio Borsellino”, “Tutte le nostre manifestazioni si apriranno con un occhio vigilie sulla ricostruzione dell’Aquila”
Non a caso il primo dei premiati è stato Giustino Parisse, il caporedattore de “Il Centro” dell’Aquila così duramente colpito negli affetti più cari dal terremoto nella sua Onna. “Trovo ogni giorno la forza di andare avanti – ha detto nel ricevere la targa d’onore – ma mi preoccupa questa ricostruzione che sta avvenendo senza una legge organica, solo attraverso una serie continua di Ordinanze, spesso di difficile interpretazione. E’ – ha spiegato con efficace paragone – come una partita di calcio dove le regole cambiano ogni cinque minuti e non si sa più quando l’azione è regolare oppure e fallo”.
E qui, l’emozione s’è fatta esplicita, se vogliamo. Ma prim’ancora si era fatta “speranza e futuro”, sempre l’emozione, quando “I disarmati” del “Magma teatro” hanno fatto rivivere lì, in “diretta”, con estrema bravura, l’avventura giornalistica di “Pippo” Fava, assassinato dalla mafia perché scriveva un giornale che, “Con grande stupore aveva fatto sapere ai siciliani che c’era la mafia”. Ed in sala sedevano i due figli del coraggioso giornalista siciliano, Claudio Fava e sua sorella.
A seguire Sandro Ruotolo, presidente del Premio, che ha parlato di “esperienza straordinaria in queste realtà straordinarie”, facendo pubblico elogio agli amministratori locali per l’iniziativa, tra l’altro costata pochissimo e con spese tutte rigorosamente on-line in nome della trasparenza.
“Il Premio avrà un avvenire certo”, gli ha fatto eco il sindaco di Roseto, Franco Di Bonaventura, nel fare gli onori di casa a tutti questi esponenti di un Italia bella, così gentili ed umani nell’approccio con gli altri, e però costretti a vivere sotto scorta perché scrivono, come Lino Abbate ed altri, o applicano la legge, come Ingroia ed altri, oppure parlano di cose che certi centri di potere non vogliono sentir dire.
Cosa che ha suggerito a Luca Maggitti, giornalista rosetano, quel “Pippo Fava è un intellettuale non vinto”, che cita addirittura Nelson Mandela. Perché se questo Premio è andato a gonfie vele lo si deve a tanti, ma non secondariamente all’ufficio comunicazione del Comune di Roseto, con l’infaticabile Mirella Lelli e lo stesso Luca Maggitti.
Che dire di più, oltre l’emozione quindi? Forse questo: qui a Roseto si è visto che la “dimensione locale” può far da volano; può aiutare a non dimenticare; può far sapere a chi è nella trincea della vita che non è solo; che dietro, nel territorio come si dice oggi, c’è tanta gente che ti stringe la mano appena ti vede, vuole offrirti un caffé con sincera, umana gratitudine.
Ecco, il lato umano e la dimensione locale: due argomenti sui quali converrà tornare, e senz’altro riflettere. Come difficile, ma possibile alternativa, a certi fenomeni. Certo, questa è una “dimensione del locale” che è positiva; che cerca di alzare lo sguardo. Prendendo quasi un impegno pubblico non detto e forse non preventivato. Sì, perché queste iniziative, se vanno davvero fino in fondo, finiscono per costituire una pietra di paragone, di fronte alla quale chiunque potrebbe essere chiamato al confronto con la vita quotidiana.
Un impegno non lieve, come già si diceva nel nostro articolo di ieri, dedicato a questo emozionante appuntamento.


15 Maggio 2010

Categoria : Cultura
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