PdCI: “Zona franca, non capisco…”
L’Aquila – Scrive Angelo Ludovici, segretario PdCI L’Aquila: “Sinceramente, non comprendo le dichiarazioni da “vittoria dei mille” della destra aquilana al riconoscimento della Zona Franca Urbana. Il risultato è da considerare positivo ma non è, sicuramente, la soluzione di tutti i mali. Non si può pensare alla soluzione dei problemi del territorio aquilano sganciandoli
dal resto della Regione. Di fatto la nostra è una Regione in ginocchio dal punto di vista economico: PIL -6%, cassa integrazione aumentata del +600%, le aziende che chiudono non si contano più, un’agricoltura massacrata dai debiti e
dai prezzi stracciati, disoccupazione a 8,1% (L’Aquila 9,9%). Un quadro che sicuramente va tenuto presente e se ad esso si aggiunge il fatto che la normativa approvata con l’art. 9, comma 4, del D.L. 30 dicembre 2009 n.194 (in
G.U. n. 302 del 30.12.2009) è peggiorativa rispetto alla precedente che istituiva le Zone Franche Urbane (art.1 , comma 340, della Legge n. 296 del 27.12.2006), a cui fa riferimento l’intervento del Vice Presidente della
Regione Abruzzo, l’entusiasmo che la Z.F.U. Possa essere la soluzione di tutti i mali va placata. Infatti, tutti i benefici elencati dal Vice Presidente sono quelli riportati nella normativa sopra richiamata mentre nel decretone di fine
anno il quadro è completamente cambiato:
- in esso non si parla più di agevolazione fiscale ma di semplice contributo;
- le imprese che si andranno ad installare nelle zone franche urbane non avranno alcuna esenzione dalle imposte dirette e dall’IRAP;
- del pari, nemmeno quelle già installate (e con i requisiti previsti dalla
norma) potranno aspirare ad ottenere i suddetti benefici IRPEF ed IRAP che,
peraltro, erano fruibili nell’ambito del c.d. regime del de minimis;
- rimangono soltanto (almeno sino ad ora!) i contributi per l’ICI e per i
contributi previdenziali dovuti sulle retribuzioni da lavoro dipendente, che
potrebbero, inoltre, non essere “automatici”, come originariamente previsto, ma
richiedere il preventivo assenso;
inoltre, all’erogazione dei suddetti contributi dovranno provvedere i singoli
Comuni, nei limiti delle poche risorse finanziarie individuate dalla delibera
CIPE n. 14/2009 dell’08 maggio 2009 (in G.U. n. 159 dell’11/07/2009), sulla
base delle singole istanze che i contribuenti interessati dovranno presentare
dal 01 marzo 2010 in poi.Rimangono, in ogni caso, escluse dal contributo le seguenti imprese operanti
nei settori:
- della costruzione di automobili;
- della costruzione navale;
- della fabbricazione di fibre tessili artificiali o sintetiche;
- della siderurgia;
- del trasporto su strada.
Insomma, non voglio fare polemiche, ma di fronte a questo quadro penso che gli
entusiasmi e le strumentalizzazioni di una destra che racconta balle e bugie vanno condannate senza se e senza ma”.
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