Mia Casa: “c’è qualcosa che non quadra nel comportamento del consiglio regionale”
L’Aquila- (di Pio Rapagnà,coordinatore regionale Mia Casa ex-Parlamentare)”Sebbene siano trascorsi ben 13 mesi dal terremoto del 6 aprile il consiglio regionale, in quanto massima istituzione legislativa della Regione Abruzzo, e le sue strutture strumentali ed operative, si “rifiutano” di discutere nel merito, di intervenire con decisioni, provvedimenti concreti e all’altezza della gravità della situazione, di approvare atti di indirizzo e di controllo di sua propria competenza su tutto quanto attiene alla “ricostruzione e messa in sicurezza antisismica” della edilizia residenziale pubblica, dentro e fuori il cratere.
Sin dalla giornata di giovedì 30 luglio dell’anno scorso, in concomitanza con l’ultima seduta “pre-estiva” del consiglio regionale, il movimento inquilini Mia Casa d’Abruzzo, tenne un primo “presidio di informazione e di proposta” sui tempi e modi della ricostruzione e del recupero della agibilità e abitabilità degli alloggi pubblici di proprietà dell’ATER e dei Comuni, danneggiati dal terremoto. Una delegazione dei comitati inquilini e assegnatari ATER e comunali venne ricevuta dalla conferenza dei capi gruppo e dal presidente del consiglio Nazario Pagano ai quali venne consegnata “brevi manu” una “petizione al consiglio regionale” con la quale si chiedeva la ricostruzione degli alloggi classificati E ed F, l’immediato recupero degli alloggi pubblici dichiarati dai tecnici della Protezione Civile di categoria A-B e C e la messa in sicurezza antisismica degli “alloggi popolari” di proprietà delle ATER e dei Comuni.
Quasi 10 mesi sono ormai trascorsi da quel 30 luglio, con ripetuti presidi davanti al palazzo dell’Emiciclo, tre audizioni presso la 2^ commissione consiliare, rispettivamente l’8 ottobre 2009, il 28 gennaio e il 6 maggio 2010, un incontro con i capi-gruppo prima del “consiglio straordinario” del 9 marzo, chiesto dalla minoranza e “sciolto” per mancanza del numero legale, e infine l’audizione di mercoledì 12 maggio scorso da parte del presidente Pagano e la conferenza dei presidenti dei gruppi: ma, “incomprensibilmente”, il consiglio regionale non ha assunto alcuna “iniziativa”, quasi fosse bloccato e impedito da un “interesse superiore”, sino al punto di rinunciare ad esercitare qualsiasi forma di “sovranità regionale” anche, anzi proprio, sulle materie di esclusiva competenza della regione Abruzzo, nel mentre il presidente della giunta e della regione, ma non in quanto tale, ricopre la funzione di “commissario delegato del governo” per la ricostruzione.
Tra l’altro gli atti della struttura commissariale, in materia di edilizia residenziale pubblica, sono stati “tardivi, contraddittori, confusi, poco trasparenti e non molto chiari” nei tempi e nelle modalità di esecuzione e di copertura finanziaria. Una cronologia essenziale, per comprendere, è la seguente:
aprile 2009: il decreto-legge n.39/2009 convertito in legge n.77/2009, individua nel presidente della regione, Gianni Chiodi, il commissario del governo per la ricostruzione degli alloggi pubblici, quindi anche delle case popolari, MA NON SUCCEDE NIENTE;
luglio 2009: Chiodi nomina il commissario dell’ATER dell’Aquila Avv. Piergiorgio Merli con “poteri di ordinaria amministrazione”, il quale avvia le procedure per redigere le perizie dei danni e chiedere i fondi per la ricostruzione, MA NON SUCCEDE NIENTE;
agosto 2009: la ordinanza del presidente del consiglio n.3803 del 15 agosto valuta in 150 milioni di euro il finanziamento previsto per l’edilizia popolare, ma “però” rende facoltativo il ricorso all’ATER quale “soggetto attuatore” della ricostruzione, E NON SUCCEDERE NIENTE;
settembre 2009: un’altra ordinanza n.3817 rimuove l’ATER dalla possibilità di essere indicato come “soggetto attuatore” e trasferisce tutto al provveditorato interregionale alle opere pubbliche di diretta emanazione del governo, MA NON SUCCEDE NIENTE LO STESSO;
ottobre 2009: l’ATER viene parzialmente riammessa come “soggetto collaboratore”, ma solo per gli alloggi A-B-C, mentre gli edifici E ed F restano di competenza esclusiva del provveditorato e del governo, MA NON SUCCEDE NIENTE;
marzo 2010: il consiglio regionale, chiamato a proporre una legge regionale ad hoc sulla ricostruzione e messa in sicurezza delle case popolari, finisce con la “fuga” dall’aula della maggioranza dei consiglieri di centro-destra, e poi tutti vanno in “vacanza” in attesa delle elezioni amministrative, E QUINDI NON SUCCEDE NIENTE, mentre il commissario Chiodi emana un “decreto-commissariale” in cui, nella sostanza, “commissaria” tutta la ricostruzione compresa, in maniera indiretta, anche quella dell’edilizia residenziale pubblica di competenza del consiglio regionale, MA NON SUCCEDE ANCORA NIENTE, almeno fino a questo momento.
Intanto, cosa che di solito non succede quasi mai, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pur avendo chiesto “informazioni” al prefetto dell’Aquila Gabrielli, che a sua volta le ha chieste all’ATER che le ha fornite, ancora non risponde alla lettera del Mia Casa inviata il 23 dicembre scorso.
Nemmeno è secondario il fatto che il presidente del consiglio dei ministri ancora non risponde ad una interrogazione presentata il 23 marzo 2010 dal senatore radicale Marco Perduca, eletto nelle liste del Partito Democratico.
TUTTO SOMMATO: c’è veramente qualcosa che non funziona nel comportamento del consiglio regionale e del presidente della regione nella “ricostruzione e messa in sicurezza antisismica” del patrimonio abitativo pubblico!”
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