Teramo-Mare: 400 giorni per nulla
Teramo – La Teramo-Mare fu colp0ita da una frana nell’aprile del 2009, siamo a metà maggio del 2010, quasi 400 giorni dall’evento, e la frana resta dov’era. Un lavoro non certo difficile non è neppure cominciato e, dati i tempi presumibili per la sua esecuzione, certamente di mesi, c’è da ritenere che il 2010 nemmeno basterà per riparare il guasto. Un argomento di spicco che il giornalista Rai Umberto Braccili ha trattato con il capo dell’Anas abruzzese, ing. Mele. Il quale cortesemente, sorridendo, ha fornito le sue verità . Quali sono? Come è facile capire, i tempi dilatati di ogni procedura che fa di questo paese il più lento d’Europa anche di fronte alle situazioni che non mostrano particolari problematicità . Progettazione intervento, alcuni mesi; pareri di tutti gli enti che debbono dire la loro (per dimostrare di esistere, forse…), diversi altri mesi; gara di appalto ordinaria, altri mesi. Poi cantiere, inizio lavori, completamento, collaudi: altri mesi. Ecco come vanno via 400 giorni e altri ne occorrono. Sorride, l’ing. Mele, di fronte alla telecamera. L’Anas dovrebbe spiegare prima di tutto chi ha progettato una strada lambita da un fiume che, entrato in piena, l’ha fatta franare. A quali uffici tecnici si possono ricondurre le responsabilità e chi ne pagherà le conseguenze. Quanto costerà l’intervento che, se la strada fosse stata fatta a regola d’arte, non sarebbe stato necessario. E soprattutto se condivide che le norme consentano tempi simili per un lavoro così lineare. Caro ingegnere, cosa avrà mai da ridere? I cittadini e gli utenti della strada, che pagano fior di tasse anche sulla benzina, hanno voglia di piangere.
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