Crisi Val di Sangro, tocca ad ACS
Atessa – Un’altra azienda della ex fiorente Val di Sangro entra nel lungo novero delle industrie in crisi: la ACS di Atessa, 28 dipendenti, produzioni indotte per i furgoni Ducato della vicina Sevel. Oggi i lavoratori si sono recati a Chieti, per manifestare presso la sede della Provincia e chiedere un intervento del presidente Di Giuseppantonio. L’azienda non manca di commesse e quindi di lavoro, ma teme la delocalizzazione, ovvero il trasferimento della produzione a Cassino. perchè l’azienda ritenga necessario questo spostamento, lo sa soltanto lei, e i sindacati certo non condividono. Anche perchè fino a poco tempo fa erano unanimi gli apprezzamenti per la ACS e il suo lavoro, ritenuto di qualità. Ora, all’improvviso, si parla di delocalizzazione, un orribile termine sindacal-politico che significa solo una cosa: portare via tutto, e stabilirsi altrove, per convenienze economiche che ad un gruppo industriale appaiono sempre prevalenti. Del resto, che vi sia stato un crollo del mercato è notorio e che ne risenta fortemente anche il gigante Sevel, è innegabile: parlano i dati della cassan integrazione e quelli, generali, delle perdite di lavoro nel settore metalmeccanico in Abruzzo. Migliaia di posti in meno. Un prezzo che in qualche modo, e qualcuno dovranno pagare. Indovinate chi? Certo, i più deboli, cioè i lavoratori. (Nella foto: produzione veicoli commerciali in calo, e la crisi trascina le aziende dell’indotto)
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