“E tutto questo succede a L’Aquila…”
L’Aquila – Dall’associazione Il Popolo dell’Abruzzo riceviamo la seguente lettera aperta: “Il Ministro Brunetta è sempre pronto a trovare soluzioni per cambiare il cattivo costume che in Italia, si verifica presso Enti e aziende pubbliche da parte di alcuni dipendenti cosiddetti fannulloni.
E’ giusto che trovi soluzioni e sanzioni per chi sbaglia, ma dovrebbe avere un occhio vigile anche per quelle Amministrazioni che gestiscono il personale e usano il denaro pubblico in modo non corretto o addirittura usano il potere pubblico per battaglie inutili e personali a carico dei dipendenti e dei cittadini.
Tanto accanimento come nella vicenda della dipendente di una municipalizzata della città dell’Aquila, a totale capitale pubblico, non si è mai visto.
Dopo quasi un anno di continue vessazioni da parte dell’Azienda (stanza piena di scatoloni, minacce di licenziamento velate e non, minacce personali, tolte tutte le mansioni ecc ecc) la dipendente prima ha un aborto e poi si ammala in forma grave, tale malattia viene confermata da 2 specialisti, il medico di base, lo sportello mobbing della ASL dell’Aquila e da 3 medici dell’INPS.
L’Azienda non soddisfatta la fa seguire da un investigatore privato per oltre 30 gg, cercando di dimostrare che svolgeva un secondo lavoro in malattia, da fine Aprile 08 a Maggio 08 , il quale fornisce una relazione dettagliata dei movimenti e della vita personale e privata della dipendete, evidenziando che in 9 occasioni si recava presso gli uffici del fratello e fidanzato per alcuni minuti.
La dipendente è stata seguita nei momenti più intimi e personali con la Figlia (minorenne), mentre prendeva un caffè con alcuni amici, portava il cane a spasso nel parco e … “veniva vista entrare nella Basilica cittadina di Collemaggio e non la si vedeva più uscire” descrizione dell’investigatore.
Dopo aver fatta sua tale relazione l’Azienda, ritiene che la dipendente abbia leso gravemente l’immagine e la fiducia dell’Azienda, quindi… prima le invia una lettera di Contestazione disciplinare, ai giornali locali “Beccata con il sorcio in bocca La fannullona D’Abruzzo” e poi la recapita alla dipendente, ed in seguito la Licenzia, sempre dandone notizia prima sulla stampa locale, distruggendole completamente la vita sociale.
Motivazione del licenziamento la dipendente svolgeva altro lavoro nel periodo di malattia.
Quindi per non farsi mancare nulla a fine Luglio L’Azienda la denuncia per truffa.
Il Giudice del lavoro la reintegra il 26 settembre 08 motivando che la stessa non risultava svolgesse altri lavori in malattia e che comunque se pur vista entrare negli uffici del fratello vi si recava per motivi affettivi e che per la patologia di cui soffriva , confermata da oltre 7 medici, era consigliabile non restare nella propria abitazione in solitudine.
L’Azienda, con grosse difficoltà, la reintegra dopo oltre 40 giorni dalla sentenza del giudice del lavoro il 10 novembre 08 e da quel giorno la tiene in ufficio senza farle svolgere alcuna mansione (pagando gli stipendi e contributi regolarmente ) e utilizzando consulenti esterne e società esterne per svolgere il lavoro della dipendente.
In fondo i soldi non erano e non sono della Presidente (ancora OGGI Presidente delle pari opportunità della regione Abruzzo ) e del CDA che amministrano l’Azienda ma ……sono soldi pubblici ed usati senza criterio.
E’ già perché pagare un dipendente per non farlo lavorare è sperpero di denaro pubblico, pagare avvocati ed investigatori per appurare il nulla è altrettanto grave.
Il tutto nel silenzio più tombale da parte della Giunta Comunale e del Sindaco proprietario dell’Azienda
Ma non è finita qui……
La dipendente reintegrata nel novembre 2009 dopo oltre un mese in cui le vengono assegnate mansioni inesistenti (Gli chiedono di ammodernizzare la rete Intranet che l’Azienda non ha) chiede a ridosso delle festività natalizie 25 gg di ferie per mancanza di mansioni assegnate con apposito modulo e la Presidente le concede.
Al suo rientro continua a chiede di svolgere le sue mansioni ma viene sempre allontanata o ignorata.
Si rivolge con una raccomandata il 3 marzo 09 al Sindaco e alla V commissione Controllo e garanzia del Comune dell’Aquila. La quale chiama la Presidente ma con scarsi risultati.
L’ avvocato della dipendente invia il 24 marzo 09 un sollecito all’Azienda al fine di far svolgere le attività di competenza alla sua assistita anche in vista del procedimento civile del 22 maggio 09 su cui si era già pronunciato il giudice del lavoro reintegrando la dipendente
Il 25 Marzo 09 la dipendente consegna la richiesta di accesso a gli atti la Presidente dopo 2 ore gli consegna una contestazione disciplinare per aver consegnato oltre tre mesi prima una richiesta di ferie con la scritta “per mancanza di Mansioni Assegnate”
Inoltre dopo 3 gg scrive e comunica che la dipendente non ha diritto all’accesso agli atti.
Anche dopo il dramma del terremoto la dipendente è stata mortificata e lasciata senza fare nulla e senza poter collaborare nell’aiuto ai suoi concittadini, addirittura allontanata dal provvisorio luogo di lavoro da una consulente esterna dell’Azienda, non gli è stata data una stanza e lasciata nel cortile (quando tutti i dipendenti erano stati sistemati).
Il primo incarico le è stato assegnato il 1 ottobre 2009 ma e lasciata in una stanza dove non vi era illuminazione quindi al buio nei pomeriggi dei rientri lavorativi per oltre 6 mesi.
Inoltre il 24 febbraio 2010 giorno dell’accordo di fronte il giudice del lavoro per i continui demansionamenti la Presidente le invia una lettera di contestazione per un ipotetico battibecco con un altro dipendente, dando per scontato la colpa alla dipendente.
Dal verbale redatto dall’azienda sentiti i testimoni risulta che il dipendente, che dichiarava di essere stato aggredito, era invece andato lui nella stanza della dipendente, la quale non aveva avuto alcuna parola scorretta e tantomento aveva avuto atteggiamenti denigratori nei riguardi del dipendente.
Dopo questa paradossale vicenda la dipendente ha denunciato l’azienda davanti all’ispettorato del Lavoro per Mobbing ma in data odierna, giorno della conciliazione L’Azienda non si è presentata.
Alla V commissione Controllo e Garanzia del comune dell’Aquila in data 4.05.10 l’azienda consegna un organigramma dove la dipendente è demansionata al 6livello B pur essendo al 7° livello B.
Un accanimento simile verso una dipendente è ingiustificato e privo di ragione, soprattutto in quanto donna e nasce da parte di colei che dovrebbe garantire nell’intera regione Abruzzo le pari opportunità.
E tutto questo succede a L’Aquila……..
Questa lettera aperta dell’Associazione è a difesa di tutti quei lavoratori vessati dai datori di lavoro.
Sull’argomento stiamo preparando altre iniziative medianiche anche clamorose affinché ci siano le dimissioni dell’attuale CdA. Dell’Azienda”.
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