La guerra del latte

(di C.D.S.) – A parole è italiano, di fatto non lo è tre volte su quattro. Stiamo parlando del latte, quello venduto in cartoni sugli scaffali dei supermercati e delle latterie: secondo quanto denuncia la Coldiretti, tre litri su quattro provengono da mucche “straniere”, anche se la confezione farebbe supporre che si tratta di produzione italiana. Di qui la battaglia dell’associazione perché sia adottata una normativa sull’etichettatura delle confezioni che certifichi la provenienza del latte. Una proposta di decreto era già stata preparata dal ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, ma l’Unione europea s’era schierata contro. «La decisione comunitaria non ci sorprende affatto» è il commento del presidente della Coldiretti, Sergio Marini «l’esperienza della normativa sull’etichettatura di origine dell’olio di oliva, che ha ricevuto il via libera dell’Ue dopo lunghe discussioni, ci insegna che le battaglie per la trasparenza richiedono anni per essere vinte». Intanto l’associazione snocciola un po’ di cifre: dalle frontiere italiane passano in un anno 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte, di cui circa 15 milioni di chili di caseina destinati a latticini e formaggi, all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Il risultato è che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta. Di qui la decisione di avviare un progetto per la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana, appoggiata a consorzi e cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole. Produttori italiani che garantiscano prodotti italiani al cento per cento.