Ricci: “Da Rèndine contumelie e falsità”


Chieti – L’ex sindaco Francesco Ricci replica nella polemica su Rendine. “Grazie a lei oggi so chi rema contro il Marrucino e lo dico a tutti”. Ecco la lettera: “Signor Sergio Rendine, ho deciso di chiamarla per nome e cognome e di rispondere alle sue contumelie e falsità dandole del Lei, per mantenere una salutare distanza, in quanto, se è pur vero che sono l’ex sindaco di Chieti, quello che lei proprio non riesce a nominare, è anche vero che il ruolo avuto fino a un mese fa è stato da me assolto con onestà e onore e non si è esaurito con le dimissioni, come mi risulta sia accaduto a lei che, invece, è fuggito dalla città senza degnarsi di rispondere a nessuna delle telefonate che ho cercato di farle e senza che nessuno, e forse questo è stato un errore, l’aveva cacciata.
I cinque anni in cui Lei non ha preso stipendio non riguardano la mia amministrazione, ero all’opposizione. Invece da quando sono stato eletto Sindaco lei ha sempre goduto del suo ragguardevole stipendio (con gli extra) e della protezione di “amici” potenti pronti a togliere i contributi al Marrucino, se lei fosse andato via. Tanto amici da affidarle anche la redazione della bozza di legge sull’Ente lirico abruzzese, che ricordo lei stesso mi ha presentato come “opera” totalmente sua, dicendomi che oltre ad averla scritta, aveva anche pagato la carta per stamparla…sic! E mi sembra che questa sia cosa nota a molti.
Dal punto di vista legale non ho scritto io la lettera della Funzione Pubblica che chiedeva chiarimenti sulla sua posizione: arriva dal Ministero, mi sembra, e la considero molto chiara. Certo i docenti di conservatorio possono svolgere altri incarichi, ma hanno bisogno (come i dirigenti di qualsiasi ente pubblico) dell’autorizzazione del legale rappresentante dell’Ente: cosa che lei si è sempre “dimenticato” di fare e che le ha procurato un dissenso piuttosto forte con l’attuale Segretario Generale (visto che lei lo ha querelato presso il Tribunale di Roma), oggi sul suo stesso carro.
Riguardo al Marrucino i miei scopi sono stati sempre cristallini, riportare la legalità: perché nel 2007 il teatro era diventato un pozzo senza fondo. Non avevamo contezza del nemmeno del debito, non potevamo far altro che chiudere quel rubinetto. Certo, mi dirà che non si occupava lei delle finanze, ma un pochino di responsabilità il direttore artisitico sull’organizzazione ce l’avrà anche avuta! O sbaglio? Sugli stipendi pagati di persona agli orchestrali, se lo ha fatto, è stato di certo un gesto nobile: non capisco però perché non me abbia mai parlato, perché sarebbe stato di certo rimborsato.
In merito alle liti tra me e Di Vincenzo su di lei, sinceramente non ricordo una (e ribadisco una) sola volta che Io e Francesco Di Vincenzo abbiamo discusso sul fatto che io volessi cacciarla. Vede caro Rendine, sarò ingenuo, ma stupido no. Non avrei mai potuto giustificare una lite con i suoi amici di cui sopra, col rischio di incorrere in una riduzione dei finanziamenti regionali al Marrucino. La verità è che purtroppo l’unico che l’ha sempre difesa, oggi pentitissimo, sono stato io e chieda a Bigi e Di Vincenzo quante volte avessero sollevato loro l’opportunità di un suo allontanamento. Come d’altro canto e spero che lei stesso ricordi come lei a sua volta in più di un’occasione mi chiese l’allontanemento dei vari Bigi, Salvatore, Di Vincenzo e Zappacosta e come all’atto del commissariamento dell’istituzione lei stesso si fece avanti, dicendomi che “di finanze ne capiva molto e che avrebbe fatto senza alcun problema il sovrintendente ed il direttore artistico”.
Se dopo essere stato sindaco oggi sono Consigliere Comunale, è perché sono stato scelto da migliaia di cittadini di Chieti per rappresentarli: lei mi risulta sia stato sempre scelto da quelli a cui è andato, di volta in volta, a raccomandarsi per occupare un ruolo che eterno non è di certo e il ragionamento vale per qualunque Istituzione culturale. Però non mi stupisce la sua abilità nel selezionare sempre il cavallo vincente (ieri Del Turco e Quarta, oggi Di Stefano, Di Primio, Febbo): mi stupiscono i cavalli!
In merito alla “dipendenza dai miei ordini” del Segretario Generale, o di alcuni dirigenti, non so di che parla. Anche da Sindaco ho sempre preferito, spesso sbagliando, la condivisione delle decisioni, ma riguardo al dottor Di Michele, del quale tutto si può dire tranne che sia un uomo di parte, mi preme rammentarle come egli si sia già sufficientemente espresso sulla carta stampata in merito alle sue “gesta”, signor Rendine, e, se non erro, come già detto, ricordo ci sia ad oggi un contenzioso in corso.
Offendere il Maestro Di Iorio, non fa onore a un uomo di cultura come lei si definisce. Non solo il maestro non è il “fiduciario” di nessuno, ma è stato nominato Direttore Artistico per garantire la continuità con la sua direzione: non ha preso stipendio per lunghi mesi (lui sì con la mia amministrazione), rimettendoci del suo, ma soprattutto organizzando 2 stagioni di tutto rispetto (2008, 2009) con meno risorse e senza alcun debito. Spesso fare onestamente e con umiltà il proprio lavoro, è più importante che essere altisonanti e fare solo danni a spese e a carico dei contribuenti. Sulla qualità non parlo, la prego solo di mettere a confronto I Pagliacci (nostra ultima opera diretta dal Maestro Donato Renzetti) con il Suo altisonante concerto del primo maggio.
Infine, caro signor Rendine mi sembra che, a Dio piacendo, lei dovrebbe compiere 60 anni nel 2014, quando l’attuale amministrazione dovrebbe essere ancora in piedi, e quindi Lei sarà ancora il “padrone” del Teatro Marrucino: la prego, risparmi alla città il concerto per il suo compleanno, come fece per i suoi 50 anni!!!!
A conclusione posso solo dire che ritengo che il problema del Teatro Marrucino sia stato uno di quelli che maggiormente ha nuociuto alla mia amministrazione: oggi finalmente so con chiarezza chi ha sempre remato contro, da dentro e da fuori, qualsiasi sia stato il suo ruolo e soprattutto perché e intendo farlo capire alla città”.


04 Maggio 2010

Categoria : Cronaca
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