La situazione lavoro nella regione Abruzzo
L’Aquila – Pubblichiamo integralmente la relazione del dr. Giovanni De Paulis, Direttore regionale del lavoro, pronunciata in occasione della cerimonia di consegna della onorificenza “Stella al merito del lavoro”, anno 2010.
“Rivolgo un cordiale saluto a tutte le Autorità presenti e a tutti gli intervenuti a questa solenne cerimonia, a cui per la prima volta ho l’occasione e l’onore di partecipare come rappresentante regionale del Ministero del Lavoro.
In questa città, nella città dove sono nato, l’odierna cerimonia celebrata in occasione della festa dei lavoratori assume per me un significato del tutto particolare, a poco più di un anno dall’immane tragedia che ha sconvolto la nostra terra.
Il mio primo pensiero perciò non può non andare prima di tutto alle lavoratrici e ai lavoratori de L’Aquila ed alle tante vittime del terremoto, tra cui sento il bisogno di ricordare in questa solenne occasione la collega ed amica Daniela Visione, direttore provinciale del lavoro de L’Aquila.
Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per l’organizzazione della manifestazione odierna ed esprimo a titolo personale e di tutto il Ministero del Lavoro che oggi rappresento un sentito apprezzamento ed un elogio sincero ai 21 lavoratori e lavoratrici abruzzesi che hanno meritato di essere insigniti della Stella al Merito del Lavoro.
Quest’anno le domande presentate sono state 46, di cui 24 sono quelle risultate valide. Le donne che verranno insignite sono 5 ed appartengono a diversi settori produttivi: industria,trasporti e commercio. Per loro il riconoscimento assume un significato ancora più alto perché capaci di coniugare il loro impegno e la loro dedizione al lavoro con le difficoltà dell’organizzazione famigliare.
Gli uomini insigniti saranno 16 ed appartengono ai settori produttivi dell’industria, dei servizi e del credito .
Ognuno di loro può sentirsi giustamente orgoglioso perché l’onorificenza che tra poco gli verrà solennemente attribuita riveste un alto valore morale, dà risalto alla creatività e serietà del lavoratore e all’impegno profuso nell’arco della vita lavorativa.
Com’è tradizione, questa cerimonia fornisce l’occasione per tracciare sinteticamente alcuni aspetti del mondo del lavoro in questa regione, tenendo conto in particolare delle esperienze maturate e dei risultati conseguiti dalle istituzioni competenti.
Quello appena trascorso è stato senza dubbio un anno durissimo per il mondo del lavoro in relazione alla grave recessione economica mondiale iniziata nell’autunno del 2008 ed i cui effetti si sono manifestati inesorabilmente in tutto il sistema produttivo del Paese nel corso del 2009 ed in questa prima fase del 2010, quando finalmente si cominciano a vedere alcuni segnali di ripresa.
La nostra regione ha risentito più di altre della crisi economica e produttiva con effetti drammatici per molte imprese, per moltissimi lavoratori e per le loro famiglie.
L’impatto che la recessione economica ha avuto nel nostro territorio può essere valutato dai dati sull’utilizzo della cassa integrazione ordinaria e straordinaria da cui risulta che le ore autorizzate per l’anno 2009 raggiungono in Abruzzo la cifra record di 35 milioni di ore complessive, quasi cinque volte in più delle ore autorizzate nell’anno precedente, a fronte di una media nazionale che ha visto triplicare il ricorso alla cassa integrazione guadagni.
Il nostro sistema degli ammortizzatori sociali e le ingenti risorse economiche messe in campo dal Governo e dalla Regione con le c.d. misure in deroga hanno comunque consentito fino ad oggi di limitare i danni, evitando il tracollo del sistema produttivo e la chiusura di molte aziende, perseguendo l’obiettivo fondamentale del mantenimento di molti posti di lavoro in attesa della ripresa congiunturale.
Sul massiccio incremento nell’utilizzo della cassa integrazione e degli altri ammortizzatori sociali ha evidentemente influito l’evento catastrofico del terremoto aquilano, ma non bisogna dimenticare che il fenomeno è anche conseguenza diretta di una discreta presenza nel nostro territorio di industrie meccaniche e manifatturiere.
Se da un lato l’epicentro del sisma si è avuto a L’Aquila con tutte le drammatiche conseguenze che abbiamo vissuto e con un ricorso massiccio alla cassa integrazione straordinaria e alla cassa in deroga per un totale complessivo di quasi 12 milioni di ore autorizzate, d’altra parte l’epicentro della crisi economica ha colpito soprattutto il comparto della meccanica nel settore produzione auto che si concentra com’è noto nella provincia di Chieti dove infatti sono state autorizzate oltre 12 milioni di ore cassa integrazione ed il comparto del tessile abbigliamento che è molto sviluppato nella provincia di Teramo dove le ore di cassa integrazione complessive sono state quasi 9 milioni.
Come ho già detto, sul piano economico sembrano per fortuna intravedersi alcuni confortanti segnali di ripresa che ci fanno ben sperare per il prossimo futuro, anche se purtroppo gli effetti della crisi sul mercato del lavoro stanno emergendo soltanto adesso in modo drammatico.
Infatti il mercato del lavoro reagisce sempre con un certo ritardo rispetto all’andamento del ciclo economico ed i dati che l’ISTAT ci consegna alla fine del 2009 destano seria preoccupazione.
Nella nostra regione su una popolazione di 1.331.000 residenti, di cui 647.000 maschi e 684.000 femmine, il numero degli occupati è diminuito in un anno del 4,6% passando da 523.000 occupati nel 2008 a 494.000 nel 2009, con un tasso di occupazione che scende di oltre 3 punti percentuali per attestarsi nel 2009 a 55,7%.
Il tasso di disoccupazione medio registrato dall’ISTAT nel 2009 è arrivato a quota 8,1% , attestandosi per la prima volta in Abruzzo dopo molti anni al di sopra del tasso di disoccupazione medio nazionale che risulta pari a 7,8%.
Se esaminiamo il tasso di disoccupazione nelle varie province, si evidenzia che è proprio la provincia de L’Aquila presentare il dato più preoccupante con un tasso di disoccupazione medio del 9,9%.
Il settore di attività che conta il maggior numero di occupati resta sempre quello dei Servizi con un numero di addetti pari a 327.000, a seguire l’Industria con 150.000 occupati, di cui 45.000 nel settore delle costruzioni ed infine l’Agricoltura con 18.000 occupati, unico settore in cui si è registrato un leggero incremento rispetto all’anno precedente.
Le evidenti difficoltà occupazionali che emergono dalla situazione del mercato del lavoro in Abruzzo che ho appena riassunto, non possono non avere avuto un’immediata incidenza sul triste fenomeno del lavoro sommerso, irregolare e clandestino.
L’azione di controllo e di contrasto portata avanti da tutte le amministrazioni competenti in materia di lotta al lavoro nero, Direzioni Provinciali del Lavoro, I.N.P.S., I.N.A.I.L., Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate danno conto che la violazione e l’elusione delle norme a tutela del lavoro regolare da parte degli imprenditori costituisce un fenomeno ancora troppo diffuso nel nostro territorio, che deve essere contrastato con decisione perché oltre che danneggiare gravemente le finanze pubbliche, determina il completo annullamento di ogni forma di tutela sociale e previdenziale per quei lavoratori che in questo momento sono ancora più deboli in un mercato del lavoro dove è sempre più difficile trovare un occupazione regolare.
Anche le associazioni datoriali devono dare il loro contributo fattivo all’azione di contrasto al lavoro nero e clandestino portata avanti dalle istituzioni, perché è di tutta evidenza che gli imprenditori al nero operano in concorrenza illegittima e sleale verso i tanti imprenditori onesti della nostra regione che affrontano con responsabilità e sacrificio gli oneri fiscali e contributivi e rispettano i contratti collettivi di lavoro.
La vigilanza sui luoghi di lavoro coordinata dalle Direzioni Provinciali del Lavoro e svolta delle stesse e dagli Enti Previdenziali Assicurativi ha registrato i seguenti risultati.
AZIENDE ISPEZIONATE 8.428
DI CUI IRREGOLARI 4.603
LAVORATORI OCCUPATI NELLE AZIENDE ISPEZIONATE 20.130
DI CUI IRREGOLARI 7.638
DI CUI IN NERO 2.646
RECUPERO CONTRIBUTI E PREMI 26.515.000 €.
SANZIONI RISCOSSE A SEGUITO DI ILLECITI AMMINISTRATIVI 2.520.000 €.
Da segnalare che un efficace strumento di contrasto al lavoro nero è oggi rappresentato dal provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, disciplinato dall’art.14 del T.U. in materia di sicurezza sul lavoro, con il quale gli ispettori del lavoro possono addirittura fermare l’attività di un’azienda quando il numero dei lavoratori al nero è superiore al 20% degli occupati. E’ significativo evidenziare che per questo motivo sono stati adottati nel 2009 in Abruzzo 144 provvedimenti di sospensione, di cui 42 nel settore edilizio.
Ma le difficoltà del mercato del lavoro si riflettono anche in tutta una serie di altre irregolarità diverse dal lavoro nero che purtroppo si stanno diffondendo sempre di più; penso al diffuso fenomeno delle esternalizzazioni, degli appalti e dei distacchi illeciti e fittizi, dove spesso si annidano vere e proprie intermediazioni di manodopera, per le quali solo nel 2009 i nostri ispettori hanno effettuato 233 rapporti alla procura della repubblica; ovvero mi riferisco al crescente numero di rapporti di collaborazioni a progetto o di associazione in partecipazione che vengono disconosciuti dai nostri ispettori perché si scopre che nascondono veri e propri rapporti di lavoro subordinato, per non parlare del fenomeno dell’incremento delle partite IVA tra cui si nascondono i tanti casi di lavoratori quasi costretti a “mettersi in proprio” e fatturare al proprio datore di lavoro.
In un mercato del lavoro in crisi ogni situazione di lavoro irregolare porta con sé come logica conseguenza un generale abbassamento delle tutele del lavoratore e quella che ci preoccupa di più è la tutela della sicurezza sul lavoro.
Il tema della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro è indubbiamente quello che maggiormente colpisce l’attenzione dell’opinione pubblica perché nel nostro Paese troppo spesso sul lavoro si muore.
I dati forniti dall’INAIL nell’ultimo rapporto annuale che analizza l’andamento infortunistico dell’anno 2008, hanno evidenziato per fortuna un andamento discendente degli infortuni sul lavoro in Abruzzo.
Nel 2008 sono stati denunciati complessivamente 21.842 incidenti sul lavoro con un decremento rispetto all’anno precedente del 3,9%, in linea con quello registrato a livello nazionale (-4.1%). Il maggior numero di infortuni si è verificato in occasione di lavoro: 18.598 incidenti hanno avuto luogo nell’ambiente ordinario di lavoro( fabbrica, cantiere, terreno agricolo); 990 sono riferibili alla circolazione stradale (autotrasportatori, commessi, addetti alla manutenzione stradale). La restante parte, pari a 2254 infortuni, si è verificata “in itinere” ovvero nel percorso casa- lavoro-casa.
In tutte le province si è registrata una riduzione degli infortuni rispetto all’anno precedente: la provincia con il maggior numero di infortuni è Chieti con 7753 casi, seguita da Teramo con 5394, Pescara con 4650 e L’Aquila con 4045.
Purtroppo non è altrettanto positivo l’andamento dei casi mortali: dai 26 del 2007 si è passati ai 34 del 2008. In tutte le province si è verificato un aumento delle morti conseguenti al lavoro tranne che in provincia di L’Aquila.
L’attività di prevenzione e di controllo deve essere costante e assidua ed è necessario lavorare per un costante coordinamento tra tutte le istituzioni preposte, unitamente ad un’attenta attività di formazione ed informazione che coinvolga tutte le parti sociali.
A questo riguardo numerose sono le iniziative che si stanno mettendo in campo in tutte le province abruzzesi, ma il livello di attenzione maggiore deve essere concentrato proprio sulla città de L’Aquila.
L’impegno per la ricostruzione di questa bella città ha richiesto e richiederà ancora per molti anni un impiego assolutamente eccezionale di uomini e mezzi, e dobbiamo assumere l’impegno di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per impedire che si aggiungano ulteriori vittime a quelle che abbiamo già dovuto piangere.
Consentitemi di concludere questo mio intervento con un sentito ringraziamento nel giorno della festa del I maggio a tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici del settore pubblico che troppo spesso vengono dimenticati: appartenenti alle istituzioni, alla protezione civile, ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine e alle forze militari, alla sanità e tutti i volontari che sono venuti a L’Aquila da ogni parte d’Italia ed hanno lavorato duramente e con assoluta abnegazione in questa città per affrontare l’emergenza del terremoto.
Tra tutti costoro vorrei ricordarne uno solo, Marco Cavagna, il vigile del fuoco venuto da Bergamo per fare il suo dovere e che per il suo lavoro ha dato la vita.
Grazie.”
Non c'è ancora nessun commento.