Ospedale, pronto soccorso dov’era: da 30 anni un ospedale inagibile e a rischio sismico
L’Aquila – LA NOTIZIA – Il pronto soccorso torna nella sua sede, ed è lo spunto per amare riflessioni su una città che da decenni è amministrata da politici e centri di potere tanto equivoci, quanto incapaci. Partiamo dalla notizia, che è buona. Da martedì 4 maggio il pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore tornerà nella sua originale ubicazione. Da lunedì 3 infatti inizierà il trasferimento delle attrezzature e l’allestimento degli ambulatori. Nella giornata di martedì 4, per evitare confusione e disagi, è stato stabilito che gli utenti bisognosi di cure urgenti verranno accolti in tutte e due le strutture (post terremoto e pre terremoto) mentre da mercoledì 5 funzionerà solo il rinnovato pronto soccorso.
Con il ritorno nella vecchia sede, rinnovata e messa in sicurezza sismica, verrà ripristinato anche il vecchio accesso carrabile, quindi le ambulanze e le vetture potranno seguire la vecchia segnaletica ed entrare direttamente nel piazzale del pronto soccorso.
IL COMMENTO – E ora, secondo le buone regole del giornalismo anglosassone, la riflessione, il commento, se volete. Nei tempi previsti, l’ospedale aquilano riassume l’aspetto che aveva prima del 6 aprile 2009. Ora torna al suo posto il pronto soccorso, che spesso e drammaticamente è in primo impatto con la sanità pubblica. Nell’informativa della ASL viene specificato, giustamente, che la struttura è stata adeguata anche dal punto di vista sismico. Meno male. Resta uno degli enigmi più sconcertanti come potesse una città fortemente sismica, come L’Aquila, disporre di un pronto soccorso non sicuro sismicamente. Come, del resto, insicuro era – e ora lo sappiamo bene – l’intero ospedale.
In queste riflessioni il cittadino, l’utente con i soldi del quale tutto si fa e si fece, si smarrisce e prova paura. Inevitabile domandarsi chi abbia progettato, chi abbia politicamente voluto e consentito, e per tanti anni anche avallato tacendo e seppellendo il problema, un ospedale costato miliardi e miliardi di lire, costruito in tempi smisurati tra lucri e benefici per tanti, ma non antisismico. Anzi un ospedale in cui neppure la struttura del pronto soccorso era antisismica. Un ospedale che, come si è scritto e ripetuto mille volte, non aveva l’agibilità , non era sicuro per nessuno (lavoratori e degenti), era sporco,scomodo, privo di mille requisiti importanti.
Oggi il pronto soccorso viene ricollocato dov’era, stavolta sicuro (viene così garantito dalla ASL), e si sta lavorando con serietà e precisione: bisogna darne atto al direttore Silveri. Ma l’area del S.Salvatore resta un inferno per chi deve frequentarla, scomoda, sporca (almeno all’esterno), trascurata, assediata selvaggiamente dalle auto in sosta e quindi senza parcheggi, e ancora priva del sito di atterraggio per l’eliambulanza. Un groviglio di scomodità , errori tecnici e progettuali, e per di più un’inchiesta sui crolli.
Basterebbe questa storia per convincere gli aquilani (immemori o incapaci di giudizi critici costruttivi e fondati) che da quarant’anni sono stati amministrati da inetti, da colpevoli di una politica dissennata e spesso anche criminale, sulla pelle della città . Il terremoto ha scoperchiato diverse pentole, e non sempre è stato solo un disastro: può essere servito, se capiamo la lezione, anche ad aprire gli occhi di tanti e a convincerli che c’è una sola grande necessità : cambiare tutto e tutti, voltare non una pagina, ma un intero libro. (Nelle foto Col: Il pronto soccorso com’era nel maggio 2009 e l’interno del padiglione sanitario donato dal G8)
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