1 maggio: speranze, impegni e scosse
L’Aquila – Primo maggio, il terremoto non lo celebra: intorno alle 7 di questa mattina, forte scossa di 3,8 punti Richter, che ha accresciuto la paura e la preoccupazione, e peggiorato le condizioni delle centinaia di edifici lesionati o pericolanti. Un’altra, meno forte, alle 10,10 circa. Stavano arrivando a L’Aquila lavoratori e sindacalisti, per assistere nel cortile della scuola GdF alla celebrazione della festa dei lavoratori, alla quale hanno assistito migliaia di persone, presenti le autorità e le istituzioni.
Il sindacato è favorevole – ha detto la UIL – alla creazione di una zona franca nell’area colpita dal terremoto. E’ la strada migliore per arrivare, tramite una nuova politica economica, alla rinasciata del territorio. La catastrofe può essere l’occasione per far risorgere la zona, ridare certezze ai lavoratori, assicurare casa e sopratutto lavoro. Per il sindacato infatti la sola strada per uscire dalla crisi nazionale e globale, e in Abruzzo da quella resa drammatica dal terremoto, è lavorare di più e meglio. “I soldi non si fanno con i soldi, trasferendo ad altri l’incombenza di lavorare: non è con la finanza che si aumenta la ricchezza, ma con il lavoro”. Parole dure da parte di Epifani sulla distruzione della città e sulle vittime: se si fosse costruito bene, senza speculazioni e senza momenti oscuri circa la qualità del cemento e dei lavori in alcuni cantieri, non avremmo avuto tante vittime e non sarebbe avvenuto l’immenso disastro sociale , psicologico ed economico al quale assistiamo. Il decreto del governo, per il sindacato, è utile sotto certi aspetti, ma carente sotto altri, per esempio sotto quello della sicurezza per chi lavora. Non ci siano ruberie e infiltrazioni mafiose nella ricostruzione, ma baluardi di legalità trasparenti e forti, garantiti da Cils, Uil e Cgil. Occorrono democrazia e coinvolgimento di tutti. Ammirata la fierezza e la dignità della gente colpita, ferita a morte, gettata sul lastrico, mostrata dalle tv in tutto il mondo: una compostezza antica e radicata, ha concluso il sindacato, che merita rispetto, legalità , interventi immediati ed efficaci. Solidarietà e rispetto alle radici dei lavoratori colpiti, al popolo abruzzese e aquilano: il sindacato “non se ne andrà fino a quando tutto sarà ricostruito”.
Cgil, Cisl e Uil insieme sul piazzale dell’attuale centro della città devastata, quello della scuola della GdF che ha già accolto Napolitano, Berlusconi e il papa, hanno messo in evidenza la sobrieta’ della manifestazione senza cortei e bandiere. Senza però disconoscere o attenuare le differenze tra loro. “Restano, e anche molto forti – ha precisato Epifani, leader Cgil – ma di fronte a una tragedia come questa e alla crisi industriale, laddove possibile le cose si fanno unitariamente”. Serve un impegno comune per la ricostruzione, hanno spiegato i segretari Angeletti della Uil e Bonanni della Cisl. Quest’ultimo, che è abruzzese, si è detto particolarmente toccato dalla tragedia che ha messo in ginocchio parte della sua regione.
La presidente della provincia Stefania Pezzopane ha diffuso la seguente nota: “È un primo maggio amaro quello di quest’anno. Ai problemi di sempre, che attanagliano una provincia già interessata da un processo di deindustrializzazione, si sommano i nuovi, provocati dal terremoto e da qualche imprenditore senza scrupoli, che approfitta del delicato momento per chiudere bottega e licenziare.
Ma non ci arrendiamo, dobbiamo andare avanti e ribadire con forza che la ricostruzione deve avere due priorità . Case e lavoro. È questo quello che ci chiedono gli aquilani, nei campi e sulla costa. È questo il messaggio che vogliamo lanciare insieme alle organizzazioni sindacali, che oggi hanno portato un segnale di solidarietà e di concretezza a L’Aquila. È questo l’impegno forte che chiediamo al Governo e alla Regione. Far ripartire subito le attività produttive, le aziende, gli uffici pubblici, l’Università e quant’altro, per consentire una ripresa della normalità .
Il governo si impegni ad adottare misure concrete per rilanciare l’economia e tutelare il lavoro in questa provincia, ora più necessarie che mai. Tra le priorità , il riconoscimento della Zona Franca Urbana, l’inserimento nell’Obiettivo 1, nuove misure per attrarre investimenti di aziende serie e credibili.
Sono punti fondamentali che abbiamo chiesto fin dal primo giorno al governo e che torniamo a ribadire, con più forza. Nel decreto non ci sono riferimenti certi a nessuna di queste misure, che invece sono indispensabili, se veramente si vuole davvero far ripartire la città ”.
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