Il cuore commerciale verso la periferia


L’Aquila – O accettare nuove dislocazioni, in periferia, oppure finire insieme con la città così com’era, come la ricordano tutti. E’ questa la prospettiva per il commercio aquilano, per le migliaia di negozianti, artigiani, ristoratori, baristi, pizzaioli e così via. E’ la prospettiva che gli assessori provinciale e comunale al settore (Luca Angelini e Antonio Lattanzio), insieme con tutte le organizzazioni di categoria e sindacali, stanno valutando e hanno ancora valutato nell’ultima riunione. Ci si organizza, si sfornano idee, si valutano possibilità e opportunità per ridare un minimo di vitalità ai settori produttivi. E le idee ci sono. Una è essenziale e semplice: reperire aree in cui insediare le attività, dopo cambi di destinazione d’uso che il Comune è pronto ad attuare. Manca solo la delibera ad hoc, la decisione è presa a livello di governo locale. L’Aquila che vende e produce rinascerà diluita in altre zone, tutte lontane dal centro, in attesa che il centro ritrovi linfa vitale ma soprattutto abitabilità. Per ora, neppure a parlarne: oggi scosse numerose, ancora paura, impressione, convinzione che a centinaia di palazzi, case, edifici che furono una bella città, una “Firenze d’Abruzzo”, non ci si può neppure avvicinare. I tremori della terra crudele continuano a lesionare, a incrimare, a spezzare il cuore antico. Ciò che traballava, traballa di più. Ciò che minacciava di cedere e crollare, ora minaccia di più, con le scosse dello sciame. L’Aquila tuttavia non accetta, non vuole, non può morire così. E batte i denti, oltre che per la paura, per il freddo insopportabile con termometro a due o tre gradi sopra lo zero all’alba e la neve fresca, di poche ore fa, che imbianca assurdamente le cime attorno. Il candore è disperazione. Nei prossimi giorni almeno il tempo dovrebbe però migliorare.


30 Aprile 2009

Categoria : Economia
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