Ricordate il “patto tra gentiluomini”?
(di Amedeo Esposito, giornalista) – Non v’è dubbio che il manicheismo dei giovani amministratori civici,
di destra e di sinistra, abbia determinato il “caso” della concessione
della cittadinanza onoraria a Guido Bertolaso per le sue indiscusse
benemerenze acquisite nei confronti dell’Aquila.
Strappo analogo avvenne nel 1990 quando si trattò di onorare con le
chiavi d’oro della città Umberto Nobili, per il suo impegno nella
costruzione del Traforo del Gran Sasso.
Vi fu allora, come ora, una battaglia all’ultima…caparbietà, capitana
dall’allora sindaco Enzo Lombardi.
Dei 40 consiglieri comunali (delibera n° 25 del 5.2.90) solo 27 si
presentarono in aula: 16 votarono sì, 9 no e due si astennero.
La concessione della cittadina onoraria nei precedenti 44 anni
avvenne sempre ed esclusivamente all’unanimità del consesso civico.
Il monco pronunciamento del 1990 si abbatté come vera e propria
pietra tombale sulle unanimi decisioni – sempre prese in nome di tutti
i cittadini, nessuno escluso – ch’ebbero principio nel 1946 in seguito
al “patto fra gentiluomini”, stretto dapprima dai segretari dei partiti
dell’arco costituzionale e successivamente dai capi-gruppo consiliari,
che mai mortificarono la città sbandierando le opposte posizioni che
pur erano profonde, da guerra fredda, tra Dc e Pci.
Eppure alle personalità – compresi i Presidente della Repubblica da
Enrico De Nicola in Poi – di diversa estrazione ideologica (politica,
se si vuole) non mancò mai l’unanimità del consiglio comunale – che
decise sempre in nome dei cittadini dell’Aquila – scaturita da lunghi e
riservati (in qualche caso segreti) esami delle benemerenze verso la
città acquisite dai vari candidati.
La scomparsa proprio negli anni Novanta del secolo scorso, del “libro
d’oro” su cui erano “incisi” i nomi delle grandi personalità (Arthur
Rubinstein,Carlo Confalonieri, Giovanni Gronchi, tanto per fare qualche
nome) ha disorientato i “giovani leoni senza storia” quali sono gli
amministratori civici attuali di destra e di sinistra (compresi i
rispettivi estremisti rozzi ed arrabbiati), i quali non hanno avuto
altro scopo se non quello di spettacolarizzare il “caso Bertolaso”,
abbattendo così mortalmente “l’anima aquilana”.
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