Detenuto suicida a Castrogno


Teramo – Non ha fine la tragedia nelle caceri, nella quale un posto di primo piano spetta all’Abruzzo. Un detenuto pugliese, Gianluca Protino, 37 anni da S.Severo, si è ucciso impiccandosi in cella ad un cappio ricavato da lacci per scarpe. Un metodo già sperimentato altre volte, e non si capisce perchè si continuino a lasciare ai detenuti dei lacci del genere. L’uomo era recluso nel reparto di massima sicurezza, coinvolto in una storia di droga molto rilevante. Che si tratti di suicidio è fuori di dubbio, secondo chi sta indagando. E’ il 22/mo suicidio in carcere in Italia dall’inizio deol 2010, e parecchi sono avvenuti in reclusori abruzzesi. Quasi tutti invivibili e sovraffollati: a Teramo Castrogno 340 persone e dovrebbero essercene al massimo 231. 411 a Sulmona, invece di 270; 250 a Vasto in luogo di 158, 280 a Lanciano invece di 202, e medesima situazione anche a Pescara. La vita “dentro” diventa impossibile. A Teramo, poi, sono stati denunciati (e ammessi anche dalla direzione) gravissimi problemi relativi al personale (scarso anche altrove), ai servizi, alle carenze di servizi, all’abbandono, alle cure idonee a persone con disturbi psichici. Spesso mancano persino gli abiti, il riscaldamento, le docce. In carcere è incubo e spesso è meglio morire: lo dicono i numeri. Ma non accade nulla. (Il carcere di Castrogno a Teramo)


27 Aprile 2010

Categoria : Cronaca
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