Inchiesta vestina, quattro dai giudici
Pescara – Interrogatori oggi al palazzo di giustizia per gli arrestati a domicilio nel cosiddetto “scandalo vestino”, che coinvolge 31 persone, alcune delle quali politicamente di rilievo. I magistrati hanno convocato quattro dei colpiti da ordine di carcerazione. Due hanno scelto di rispondere, e due si sono avvalsi della facoltà di non farlo: sono il sindaco di Farindola, Antonio De Vico, 46 anni, e il consigliere comunale del Comune di Penne, Alberto Giancaterino, 52 anni, che dalla settimana scorsa si trovano agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione ‘Vestina’ relativa a presunti appalti e assunzioni pilotate. De Vico ha detto che al momento non ha intenzione di dimettersi dalla carica di sindaco e che invece sta valutando se dimettersi o meno dalla Comunita’ montana Vestina. Hanno invece risposto alle domande del gip del tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, gli altri indagati finiti agli arresti domiciliari: il consigliere comunale al Comune di Penne , Femio Di Norscia, 52 anni, e Rocco Petrucci, 51 anni, ingegnere, personaggio noto in politica. Petrucci avrebbe chiarito i rapporti con gli altri indagati. In particolare l’ingegnere, titolare di uno studio di progettazione, avrebbe negato di essere socio di Giancaterino. Per quanto riguarda gli aspetti urbanistici il legale di Petrucci presentera’ una memoria. Anche Fermio Di Norscia ha ricostruito la vicenda e avrebbe fornito chiarimenti. Giancaterino e Di Norscia hanno presentato le dimissioni dai loro incarichi. I legali degli indagati presenteranno istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare. Agli interrogatori era presente anche il pm, Gennaro Varone. L’inchiesta conta in totale 31 indagati, tra cui anche il sindaco di Penne, Ezio Di Marcoberardino.
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